Bei tempi quelli dei Grim Reaper, con in rapida successione dischi come "See You in Hell", "Fear No Evil" o "Rock You to Hell", gioielli di puro Heavy Metal impreziositi dalla ruvida e potente voce di Steve Grimmett, un cantante che aveva avuto dei precedenti con i Chateaux (cantando sul loro LP d'esordio "Chained And Desperate" del 1983) e che in seguito ha collaborato anche con gli Onslaught ed i Lionheart.
Ora "Personal Crisis" è la prima uscita per la band che porta il nome del cantante inglese, dove le canzoni si muovono tra le sonorità tipicamente NWOBHM e quelle più Hard Rock e melodiche dei Lionsheart, formazione dai quali proviene anche il chitarrista Ian Nash.
Se per la maggior parte dei brani (come ad esempio "Karma", "Wait Forever" o "Afterglow") l'unione di queste influenze funziona, talvolta si percepisce un pizzico d'indecisione, con chitarre che, sopratutto negli assoli, non sempre rendono quanto dovrebbero. Tra i pezzi quello che convince meno è il rock di "Invincible" che si avventura, senza grande successo, per sentieri più moderni.
Rendono comunque alla grande le sonorità ottantiane in stile Whitesnake di "Lonely", il duetto tra Steve e Joanna Ruiz su "Enemy" la velocità e l'irruenza della conclusiva "Fallen", mentre fa un gran piacere ritrovare "Wrath of the Ripper" (da "See You in Hell", il primo album dei Grim Reaper), in una versione potente ed energica che rende onore all'originale.
Steve Grimmet, che resta sempre un grande vocalist, aveva messo in piedi questa band per poter riportare sui palchi l'antica magia dei Grim Reaper, un incantesimo che però su "Personal Crisis" funziona solo in parte.
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