Copertina 8

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:2003
Durata:39 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. DIRE
  2. CONSEQUENCE
  3. RELENTLESS
  4. RAPE SONG
  5. AFTERRMATH
  6. DEVOUR
  7. LAST MINUTE
  8. FORECE FED
  9. DIRT PRIDE
  10. BRING ON THE YOUNG

Line up

  • Devin Townsend: vocals, guitars, keyboards
  • Jed Simon: guitars
  • Byron Stroud: bass
  • Gene Hoglan: drums

Voto medio utenti

Diciamocelo chiaro, dopo uno dei capisaldi della musica estrema anni ’90, quale è “City”, il solo pensiero di dargli un degno successore sarebbe stato ardimentoso, quasi utopico. Talmente ostico da volerci ben 6 anni. In effetti tutti questi anni di distanza per partorirlo possono essere interpretati in molti modi. La realtà, su tale ritardo, è che Devin ha messo ha frutto le proprie capacità con svariati progetti (tutti di alto livello a dire la verità) e questo gli ha portato via certamente molto tempo ed estro. Ma io preferisco pensare che tale grave ritardo sia dovuto al semplice fatto di dare all’audience il tempo di superare e metabolizzare “City”, in modo da potere apprezzare il nuovo “SYL” senza pregiudizi e con la mente e il cuore sgombro da altre influenze. Ma al cuore non si comanda e ammetto che nell’ascolto della nuova fatica di Townsend e soci non posso esimermi da adottare come termine di paragone il loro precedente masterpiece.
Spazziamo subito via qualsiasi dubbio, “SYL” è un concentrato di violenza sonora e rabbia furibonda, affilata e tagliente come lama di rasoio. Nessun ammorbidimento, nessuna concessione all’easy listening. È questo il bello di avere vari progetti differenti, puoi spaziare in modo da accontentare tutti. Dicevamo che il disco spacca e songs come “Rape Song”, “Relentless” o “Dirt Pride” non fanno nessun prigioniero con un Gene Hoglan nella sua veste più congeniale, ovvero quella di boia assetato di sangue. Vi assicuro che se foste investiti da una portaerei riportereste sicuramente meno danni.
La differenza che balza all’occhio è più concettuale che materiale. Gli Strapping Young Lad sei anni dopo hanno messo un po’ da parte la verve futurista e apocalittica, che ne facevano a mio avviso una delle pietre angolari del cyber thrash insieme ai Fear Factory e ai Meshuggah, per un suono più definito e asciutto, in una sola parola più “metal”. Ebbene si, il nuovo “SYL” è un disco molto diretto, con patterns più “canonici” (concedetemi questa bestemmia associata a Devin Townsend) e assimilabili al thrash o al death metal con una struttura delle song più lineare e diretta ma non meno affascinante e decisa.
Forse la mia song preferita è quella “Force Fed” che molto più si avvicina alla mia visione degli Strapping, con una continua tensione giocata su atmosfere futuriste e catastrofiche, esplosioni di rabbia disumana e una verve melodica alienante che trascina. Amo troppo la musica di Townsend per non essere ipercritico verso di essa, fosse stato un altro disco ne avrei tessuto lodi a piè sospinto. Lasciatemi dire che forse “SYL” avrebbe avuto più senso se fosse uscito 6 anni fa e viceversa “City” se fosse uscito oggi. Questo mi lascia un po’ l’amaro in bocca ma si badi bene che, la mia critica, non scalfisce minimamente il valore di questo disco, che è assoluto, e la sua capacità di regalarvi un massacro sonoro degno di tal nome. State pur certi che questo disco è superiore al 90% delle schifezze che abitualmente escono. Se vi basta accattatevillo, qua c’è pane per i vostri denti.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino
grandioso

gli strapping perchè troppo industriali? ecco a te un album senza campionamenti, ma pieno della stessa follia, autodistruzione e influenze crossover di ogni tipo dal death al black al.....tutto (tranne il prog ovviamente)

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