Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:59 min.
Etichetta: Greyfall
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MARY CELESTE
  2. CRYSTALS OF FORGIVENESS
  3. FRAGILE
  4. FORGIVEN
  5. ADORE
  6. MASQUERADE
  7. SWEET DESOLATION
  8. MOMENTS (TOUCHED BY TIME)
  9. BREATHE
  10. SOLACE
  11. LIFE’S LAST SHORE
  12. BORROWED LIFE
  13. PARALYZED

Line up

  • Birgit Lau: Vocals
  • Lutz De Putter: Vocals, Guitars
  • Julius Martinek: Guitars
  • Garvin Bosch: Bass
  • Jorg Uken: Drums, Keyboards

Voto medio utenti

Mandrake
I tedeschi Mandrake stavolta ci cullano con una durata di ben 59 minuti con il loro quarto album dal titolo "Mary Celeste" e quel che è certo è che ne sarebbero stati sufficienti molti di meno a narcotizzarci a dovere. Quei suoni così delicati e slavati, un po' come vorrebbe sottolineare il photoshoot promozionale dell'album, con quegli scatti della band così eterei, che vedono la bella singer Birgit Lau in primo piano avvolta in un abito grottesco ma romantico, non sono probabilmente destinati a lasciare dietro di sè delle tracce durature. C'è da dire che la band ha comunque alle spalle una discreta produzione avendo pubblicato un album autoprodotto nell'ormai lontano '98 e, dopo il contratto con la Greyfall/Prophecy Productions, "Calm The Seas" nel 2003 (di cui potete trovare una recensione nel nostro archivio), "The Balance Of Blue" nel 2005 e quest'ultimo "Mary Celeste". La band con questo lavoro ha scritto dei brani onesti, senza voler stupire con effetti speciali ma proponendo tutta la malinconicità decadente di cui sono capaci, una formula questa usata ed abusata in tutto l'album sebbene ci sia qualche lieve bagliore che fa spiccare alcuni momenti rispetto al piattume generale, ad esempio nella title track, dove si affaccia qualche buona idea, grazie ad un motivo accattivante che riesce a sottolineare la figura di Birgit Lau sia per la sua voce, che rimane in ogni caso inferiore ad altre sue colleghe del calibro di Anneke dei The Gathering, sia per l'interpretazione, che pare invece più sentita e convincente sulla metrica di "Adore". I dubbi tornano piuttosto prepotenti però quando si ascoltano pezzi come "Fragile" che non riescono a regalarci nulla che si discosti da una pigra monotonia generale. Lo stesso dicasi per "Forgiven" a cui probabilmente sarebbe bastata una maggiore velocità per renderla più incisiva, scopo che non è stato raggiunto neanche con la presenza sul brano delle sia pur accettabili vocals del chitarrista Lutz de Putter, che tornano poi anche in altre songs. Andando avanti con l'ascolto mi rendo conto poi di quanto possano essere fuorvianti i consigli messi in didascalia su alcuni cataloghi dove mi è capitato di vedere in vendita l'album che recitano lo strategico slogan “Mary Celeste è un must per i fans di Nightwish, Within Temptation e Lacuna Coil", affermazione a mio parere assai avventata, perchè sebbene possa essere veritiera in una bassa percentuale, serve solo a calamitare la vostra attenzione per poter vendere meglio il prodotto. Quel che manca ai Mandrake rispetto alle band citate pocanzi è sicuramente una più studiata e varia gamma di riff nonchè qualche raro exploit di aggressività che miscelato alla mielosità di fondo li renderebbe più piacevoli. Occhio quindi a non leggerla come sinonimo di garanzia, fidarsi è bene non fidarsi è meglio...

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