Ma quanto gli piacerà il blu ai Pagan's Mind? Ci regaleranno mai una copertina di colore diverso? Chissà!
In ogni caso, lasciamo le questioni cromatiche da parte e concentriamoci sull'aspetto musicale che, ormai, per i Pagan's Mind è una semplice formalità.
Ovvero? Beh, i nostri cari norvegesi sembrano avere messo il pilota automatico e ad ogni nuovo disco l'interrogativo non è più "se" sarà bello, ma "quanto" sarà bello, dato che la band capitanata dal vocalmente eccelso Nils K. Rue non ha mai sbagliato un colpo nei sette anni di carriera e nei quattro dischi a noi pervenuti.
Senza dubbio il progressive power metal dei Pagan's Mind ha raggiunto il proprio apice con questo "God's Equation", perfettamente bilanciato tra maestria tecnica e sonora e melodie veramente fantastiche, che ci calano a perfezioni nei temi fantastici da sempre perseguiti dai norvegesi in questione.
L'unico appunto che mi sentirei di muovere a questo album è l'eccessivo uso di filtri vocali che troppo spesso rovinano l'atmosfera perfettamente creata dai Pagan's, un po' perchè proprio non c'entrano nulla, un po' perchè quando esplode la voce pulita e maestosa di Nils, una sorta di Roy Khan con più picco, non si può far altro che godere, sebbene qualche sperimentazione un po' troppo estrema (a volte sembra di ascoltare i Meshuggah) necessiti di un po' di tempo di assimilazione... in ogni caso, per i miei gusti personali, se le potrebbero risparmiare e rimanere, come spesso fanno, in un maggiormente canonico power progressive metal.
Da segnalare la bellissima cover di "Hallo Spaceboy", confezionata una decina di anni fa dalla premiata ditta Bowie/Eno, ed una produzione veramente eccelsa che non fa altro che esaltare ancora di più il lavoro della formazione scandinava.
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