Chi conosce bene la scena black saprà sicuramente chi sono gli In Aeternum, un po’ meno chi ascolta questo genere più superficialmente, in quanto la band svedese è sempre rimasta più legata all’underground rispetto a molti altri gruppi scandinavi. Questo “Curse of devastation” non è il loro nuovo album, bensì un EP apripista, in quanto il full length arriverà nei negozi solo tra qualche tempo. Carriera ricca di pubblicazioni quella degli In Aeternum, però c’è da dire che questo nuovo EP nulla toglie e nulla aggiunge a quanto già proposto fin’ora dal gruppo. Appare evidente, quindi, che questa sia una pubblicazione rivolta per lo più ai die hard fans della band, che dal canto loro faranno bene a prendere questo cd al volo, in quanto le quattro tracce presenti sono comunque convincenti. Tre in realtà, visto che la conclusiva “Reaper in black 2006” altro non è che una riproposizione di un brano originariamente apparso su “Forever blasphemy”, album del 1999. Lo stile della band non si è spostato di un millimetro da quanto già proposto in passato, quindi ci troviamo ancora una volta di fronte ad un attacco sonoro di black/death senza compromessi, dal riffing serrato e dalla ritmiche indiavolate. Ciononostante se si ascoltano i brani con attenzione si noteranno degli arrangiamenti non indifferenti, in particolare per quanto concerne i riff di chitarra, il che significa che non ci troviamo di fronte a songs rozze e ignoranti, ma a canzoni sì violente, ma al tempo stesso ragionate, il che visto il genere non è cosa da poco. Certo non siamo a livelli dei Watain, per fare un esempio, però la band ha una sua personalità ben definita e lo dimostra ampiamente. Dopo quattro album e una serie interminabile di EP sarebbe quasi ora che gli In Aeternum raccogliessero quanto hanno seminato fin dal lontano 1994, anno di formazione della band. Ovviamente un po’ per questa sorta di immobilità stilistica, un po’ perché si tratta di un EP, appare chiaro che “Curse of devastation” non è un’uscita imprescindibile. Se però amate la band o più in generale le sonorità estreme riconducibili a gruppi come Dissection o Necrophobic, può essere un gustoso antipasto in attesa del full length.
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