La macchina
Kamelot è, in questi tempi, un caterpillar spara-soldi, grazie ad una serie fortunatissima di albums che ne hanno decretato, almeno al momento, un successo planetario, a dire il vero meritatissimo. Thomas Youngblood e soci, infatti, sfornano ormai con cadenza quasi annuale un nuovo cd o un nuovo live, non lasciando mai riposare l'entusiasta portafogli dei sempre più numerosi fans, che si apre in continuazione per acquistare le nuove gemme della band. E così, proprio per cavalcare il momento d'oro, i nostri si presentano sul mercato con questo
Ghost Opera - The Second Coming. Avevo letto, poco tempo addietro, dichiarazioni del talentuoso
Roy Khan, sul fatto che i Kamelot non avrebbero publicato un album l'anno successivo, preferendo dedicarsi all'attività live e, ove possibile, ad un pò di riposo! E così, questa nuova uscita all'inizio mi aveva fatto storcere il naso, ed anche un pò preoccuparmi: la sindrome del "disco nuovo, a tutti i costi" ha già mietuto più di una vittima, anche illustre. Ma, all'arrivo del suddetto, tutto si fa chiaro, ed un sorriso malizioso mi colora l'angolo della bocca....
The Second Coming altro non è, infatti, che una re-issue del lavoro dell'anno scorso, agghindata con una nuova veste grafioca ed un nuovo booklet più corposo e nutrito, ed accompagnata da tutta una serie di bonus: due tracce video alla fine del cd 1, riguardanti l'esibizione live di
Memento Mori ed il video di
Human Stain, ed un secondo cd registrato dal vivo a Belgrado, in una delle tappe dell'ultimo tour. Tralasciando quindi il contenuto del primo cd, la cui recensione trovate su queste pagine, possiamo dedicarci al secondo dischetto.
L'esibizione è, come al solito, prodotta e suonata in maniera praticamente perfetta; non è un mistero che la band sia famosa per la cristallina e meticolosissima maniera di presentare i brani live, con un cantante come Khan in grado di veicolare emozioni su emozioni, sfruttando la sua attitudine teatrale e sovrapponendola a doti vocali veramente di prim'ordine. La band, peraltro, è al primo tour con il tastierista ufficiale,
Oliver Palotai, che si dimostra un fenomeno tra i fenomeni, preparatissimo, gasato sul palco e mai impreparato.
La scaletta del cd 2 pesca un pò dovunque dalla discografia dei Kamelot, concentrandosi ovviamente più sull'ultimo nato.
Ultima ghiotta sorpresa, 4 bonus tracks: tre brani nuovi,
Seasons End, Pendulous fall, Epilogue, dal mood piuttosto scuro e drammatico, ed un remix di
Rule The World (anch'essa estratta da
Ghost Opera), brani piacevoli e godibili, ma che nulla agiungono o tolgono alla quota stilistica dei nostri beniamini.
In sostanza, cari lettori, se avete già acquistato
Ghost Opera ed il bellissimo, monumentale DVD
One Cold Winter's Night, secondo me questo doppio cd è una spesa inutile, per quanto bello e ricco di cosucce. Se invece vi siete persi l'ultimo atto dei Kamelot, fatelo vostro tramite questa nuova riedizione.
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