È dentro le pieghe della storia del rock e del metal il fatto che dopo un album di grande successo il seguente sia da sempre sotto la lente d'ingrandimento, se non di feroci critiche.
Fortunatamente "
Out Of This World" non fa parte di questa categoria e, già all'epoca del concepimento, fu in realtà accolto come uno dei lavori migliori di sempre della band svedese.
La band si è formata nel 1980, alle origini si tratta ancora di un quartetto a nome
Force e che include
Joey Tempest (voce),
John Norum (chitarra),
John Leven (basso) e
Tony Reno (batteria). Agli inizi del 1982 i Force partecipano a un concorso per i talenti emergenti nel proprio paese e più tardi, dopo aver cambiato il nome in
Europe, vincono le finali. Il primo premio è costituito dall'opportunità di registrare un album per l'etichetta dell'organizzatore
Thomas Erdtmann, la
Hot. Quindi danno alle stampe per l'etichetta l'album d'esordio nel 1983. Ma il grande passo arriva con l'album successivo con il bellissimo "
Wings Of Tomorrow", e non sono in pochi a ritenere l'album il più duro e vincente della loro discografia, grazie al gusto classicheggiante alla
Deep Purple. È un disco che a sorpresa consente di conquistare il mercato giapponese ed è il periodo in cui Tony Reno viene allontanato a favore di
Ian Haughland e viene anche assunto un tastierista permanente,
Mic Michaeli. Nel 1986 esce "
The Final Countdown", album molto più arioso e pieno di tastiere, grazie al sapiente lavoro del produttore
Kevin Elson (famoso per
Journey e
Night Ranger).
Il disco, trainato dalla famosa title track,
Rock The Night e
Carrie, vende più di sette milioni di copie. A questo punto
John Norum lascia la band, causa dissapori con Tempest, a favore di
Kee Marcello (ex
Easy Action). Dopo aver conquistato anche il mercato americano nel 1988 esce questo
"Out Of This World", stavolta prodotto magistralmente da
Ron Nevison (
Ufo,
Heart,
Survivor).
"
Superstitious" vive subito su un refrain memorabile, con tastiere e chitarre che filano via in simbiosi perfetta. "
Let The Good Times Rock" si stacca con un riff micidiale e il solismo acceso di Marcello. A "
Open Your Heart" è affibbiato il compito di replicare il successo di "Carrie", tramite lo schema ballad. "
More Than Meets The Eye" è pomposa e brillante, con un altro coro che coglie nel segno. "
Ready Or Not" è una speedy song, costruita su un rocciosissimo riff, ma sempre puntellata da tastiere coreografiche. "
Coast To Coast" è la seconda ballad del disco, condotta magistralmente da Joey, in un clima quasi 'sacrale' ed anthemico. "
Signs Of The Time" è introdotta da tastiere sognanti, spezzate da uno dei riff migliori dell'album.
"Out Of This World" è un disco riuscitissimo e non era affatto semplice.