Vero, allora Countdown sembrava già passato remoto. Ricordo quando passava il video di Prisoners su Videomusic, mi dava un'impressione malinconica nell'idea che ad ascoltarli con interesse non eravamo più tanti(ssimi) come prima e che i tempi d'oro (in senso letterale...) erano ormai passati e non sarebbero più tornati... Fortunatamente poi abbiamo avuto l'occasione di risentirli, anche se su nuove coordinate (visti live a Pordenone credo nel 2005). Giustissime come al solito le considerazioni della recensione, il filo diretto con gli album precedenti è rappresentato da Girl from Lebanon e dalla maestosa title-track, con una generale "americanizzazione" del sound ma mantenendo in primo piano melodia e suoni patinati (purtroppo invisi all'ondata grunge che travolse tutto). Superbo Marcello, e soprattutto per me il miglior Tempest di sempre, al massimo della tecnica e dell'espressività.
Prisoners sancisce la fine degli Europe "come li conoscevamo", non c'è dubbio. Pur avendo apprezzato anche i dischi post reunion, praticamente tutti, "questi" erano ben altra cosa. Ciao.