Copertina 6

Info

Anno di uscita:2008
Durata:47 min.
Etichetta:Napalm Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. I'M AMERICAN
  2. SOUTHERN BORN KILLERS
  3. THE SKY IS FALLING
  4. METAL IS DEAD
  5. FOR THE CAUSE OF ALLAH
  6. OPEN SEASON
  7. PRELUDE TO ANGER
  8. THAT'S WHEN I BURN
  9. YOKO
  10. HOME

Line up

  • Lord Nelson: vocals
  • Rich Ward: guitar
  • Mike Martin: guitar
  • Sean Delson: bass
  • Steve "Nailz" Underwood: drums

Voto medio utenti

Tornano, con una formazione rinnovata, gli Stuck Mojo di Rich Ward e, anche se non sono in grado di quantificare il numero di audiofili felici di questa notizia, bisogna ammettere che lo fanno con un lavoro del tutto rispettabile.
Il loro tipico modo di trattare il crossover e il rap-metal non è mutato in maniera sostanziale, così come ovviamente (con un titolo del genere!) non è venuta meno la loro inconfondibile componente “southern” (e con questa definizione intendiamo sia Corrosion Of Conformity, sia Pantera, sia quella certamente opinabile, ma anche schietta “fierezza” sudista applicata nelle liriche …), eppure oggi il gruppo di Atlanta sembra anche leggermente più “consapevole” nella sua esibizione, come dire, meno legato a quella vocazione al “divertimento”, assai significante ai tempi della loro “golden era”.
Certo, al momento le sorti del suono “contaminato” non sono più nelle mani di band quali Rage Against The Machine (magari lo ritorneranno con la mega-pubblicizzata reunion!), Body Count, Sugar Ray o Downset e nemmeno in quelle dei Limp Bizkit, e per molti appassionati del settore il modus operandi dei nostri può suonare sicuramente un po’ “datato”, tuttavia “Southern born killers” è in ogni caso un album discreto, dominato dalla chitarra intensa e tagliente di Ward e dalla voce del nuovo singer Lord Nelson, il quale si disimpegna con onorevoli qualità complessive tra hip-hop, funk, soul, hard-rock e metal.
In conclusione, se da un lato valuto “Southern born killers” un prodotto che gratificherà senza patemi i “vecchi” fans degli Stuck Mojo, dall’altro vedo abbastanza difficile una conquista da parte della band dei “nuovi” proseliti del rock alternativo … qualora poi, in periodi di continui “ricorsi storici”, dovesse tornare in auge questa particolare forma di meltin’ pot sonoro, beh, tra i candidati più autorevoli per la conquista di un posto al sole, non mancherebbero di sicuro questi irriducibili e preparati “meridionali” statunitensi.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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