Che il metalcore sia un po' come il prezzemolo nelle uscite recenti in ambito death metal melodico/swedish non è certo una novità; ed in fin dei conti non stupisce nemmeno che il genere abbia trovato terreno fertile anche in ambito death/grind più puro ed oltranzista, mietendo persino vittime illustri come Cryptopsy ed Aborted. La musica dei Suicide Silence, band qui al debutto per la Century Media, si muove proprio lungo questi binari: il retaggio di base è certamente death metal, feroce e brutale come vuole la tradizione che talvolta lascia emergere un'attitudine grindeggiante e una vicinanza anche allo slamming death metal di gruppi come Devourment e Cock And Ball Torture, che se ne viene fuori nei momenti in cui il gruppo pesta forte con dei mid tempos cadenzati. Il lato core della musica dei Suicide Silence emerge molto di frequente, in primis nella voce di Mitch Lucker che adotta principalmente uno scream molto alto che ha il grosso difetto di risultare noioso e stucchevole dopo poco, oltre che eccessivamente monocorde, ma che si sporca anche di grugniti molto profondi e gutturali. In secundis, i pezzi fanno affidamento molto sovente a passaggi rallentati e breakdown, nonchè a passaggi cadenzati e spezzati come ogni uscita metalcore ci va propinando da qualche anno ormai. I risultati danno però adito a più di un dubbio: di certo "The Cleansing" suona più brutale e violento della media dei dischi metalcore, ed in questo senso la vicinanza con lo slamming death metal non è nemmeno così spiacevole, ma la più grossa pecca del disco risiede in una piattezza delle composizioni disarmante, ed una rincorsa veramente eccessiva al breakdown che dopo un po' stanca. Aggiungiamoci che lo scream di Lucker finisce irrimediabilmente per irritare le orecchie dell'ascoltatore, con il suo tono stucchevole, ed avrete una panoramica completa di questo debutto dei Suicide Silence.
Non c'è dubbio alcuno relativamente al fatto che allo stato attuale delle cose sia questo il genere che il mercato richiede e promuove, tuttavia come ben saprete quasi mai tutto ciò è sinonimo di qualità. Un disco che, ironia della sorte, può essere veramente definito "Suicidio del Silenzio" (anche se forse sarebbe più corretto "assassinio del silenzio").
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