Se non avete ben chiaro il concetto di “contaminazione sonora” vi consiglio vivamente di ascoltare il disco dei Disturbing Foresights, un curioso crossover tra punk, rock, giunge (che la fa da padrone), e forse un’altra mezza dozzina di altri generi affini.
Proprio questo è De-Grunged, lavoro della formazione olandese che in modo diretto, e schietto ci fa rivivere un po’ di sonorità sporche, grezze e arrabbiate vecchio stile.
Tecnicamente è un ottimo lavoro, ben suonato, ben cantato e soprattutto ben mixato. Si riconosce dalla scelta del sound, che il lavoro è stato fatto da professionisti.
Tuttavia l’album, seppure si presenti bene anche dal punto di vista grafico, con un booklet bello folto e grafiche accattivanti, soffre della solita “malattia” che contraddistingue un po’ tutto il panorama “Grunge” mondiale… mi riferisco a quella sensazione di monotonia che si percepisce durante tutto l’ascolto del disco.
Tutte le 12 tracce sembrano un po’ stampate con lo stesso clichè e durante l’ascolto, spesso, non ci si accorge che si è passati al brano successivo se non per il piccolo silenzio di due secondi che separano le tracce sul CD.
Per concludere: non si può riempire un contenitore con tutti oggetti uguali e sperare che alla gente piaccia.
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