Il disco in oggetto non è inedito, è già stato pubblicato nel 2005 (come autoproduzione) dai Mater Machina. Già all’epoca ebbi modo di recensirlo e di incensarlo, facendolo top album. La precedente recensione si chiudeva con l’auspicio che qualcuno si accorgesse di questa band e li mettesse sotto contratto. Detto fatto (minchia se porto bene!), ecco che l’inglese U.K. Division si accorge di questa band alessandrina e la mette sotto contratto, ripubblicando questo “[.compendium machinery vibrates.]”.
In relazione a questo disco, non posso non ripetere quanto di buono detto all’epoca, trattandosi di un perfetto esempio di industrial cyber thrash/death metal, di quello cazzuto, claustrofobico, oscuro, violento, che ha mandato a mente la lezione di bands come Meshuggah e Flash Terrorist.
La cosa che mi ha stupito è che a distanza di tre anni il disco suoni ancora fresco, sintomo evidente della bontà delle composizioni.
Non spenderò ulteriori parole, sarebbero vane, quello che di buono avevo da dire lo trovate nella precedente recensione. Tuttavia per dare attenzione a questo album e a questa band devo rifare il top album (sebbene avrei dovuto dare un s.v.), perché sarebbe un delitto se passassero sotto silenzio. Anche perché sono pronto a scommettere che le loro prossime composizioni, delle quali non vedo l’ora, se continueranno su questa linea, sconvolgeranno il panorama estremo italiano e non solo. Io vi ho avvisati.
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