Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:55 min.
Etichetta:Empire Records - Metal Mind

Tracklist

  1. TORTURE GARDEN
  2. OATH OF CHAOS
  3. REVELATION
  4. TERMINATION OF SOULS
  5. UNJUST
  6. RAVAGED
  7. EVIL DEEDS
  8. GRIEVE NO LONGER
  9. ABANDONED
  10. REMAINS OF YESTERDAY
  11. DEADLY EMBRACE
  12. ECSTASY AND RAPTURE
  13. NEVER ENDING PAIN

Line up

  • Przemek ``Ozz`` Ozga: giutar, vocals
  • Andrzej ``Sin`` Bragiel: guitar
  • Lukasz ``B. Low`` Wierzbinsk: bass
  • Marek ``L. Rambo`` Matkiewicz: drums

Voto medio utenti

La sempre attivissima Metal Mind, intenta a ristampare i lavori di molte bands della madre patria Plonia, questa volta posa il proprio operato sui Demise ed in particolare sull'epitaffio sonoro dei nostri tale Torture Garden album originariamente pubblicato nel 2005.
Il sound che caratterizza questo lavoro è un death/thrash molto violento che non disdegna passaggi melodici (in particolare nei chorus), scelta questa, che accosta Torture Garden alle produzioni, in campo estremo, di matrice svedese. La produzione è opera di James Murphy, che ritroviamo anche nel solo della track Unjust e alle tastiere, ma proprio il lavoro in fase di produzione, rappresenta uno dei punti deboli del disco, infatti, la stessa produzione risulta poco omogenea e troppo confusa e ciò influisce molto sulla resa sonora di tutto l'album e tende a far divenire anonima la perizia tecnica di cui lo stesso fa bello sfoggio in più punti.

I tredici brani presenti all'interno del disco si mantengono sempre su ritmi molto elevati che si sposano alla perfezione con un lavoro di batteria che mette in primo piano blast-beat violentissimi, con riffs di chitarra di pura scuola thrash e con vocals che alternano parti scream e parti pulite e che strizzano, in alcuni punti, l'occhio al metal-core, risultando sempre ben bilanciate nella loro diversità; tali caratteristiche sono una costante che si ritrova in tutto l'album, sia che si tratti di brani come Torture Garden o Oath of Chaos, dotati di maggior impatto o di brani dotati di una vena maggiormente riflessiva come Unjust o Grieve No Longer, la prima degna di nota perchè incorpora alcuni stacchi ritmici dove le parti di basso dal fluire "liquido" ricordano i Nocturnus di Thresholds

In conclusione, si può parlare di un album che nonostante la produzione non perfetta e la poca innovatività della proposta sonora, risulta ben suonato e che riesce a bilanciare senza forzature tutti gli elementi, siano essi di natura tecnica, melodica o aggressiva, presenti. Un buon disco per chi vuole scoprire o riscoprire un profilo del death metal europeo destinato altrimenti all'oblio.

Recensione a cura di Andrea 'ilcorinzio' Angelino

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