A pochi mesi di distanza dalla re-release di "Burning the Born Again…(A New Philosophy)", la Moribund Records non perde tempo ed ecco pubblicare il nuovo album dei Satan's Host, storica band '80 poi passata ad un sound estremo che si barcamena tra il venomiamo e la corrente thrash/black attuale.
Non sposta il tiro questo "Great American Scapegoat 666", un album che rispetto alla recente ristampa, si dimostra ben scritto, ben suonato e prodotto dignitosamente.
"Great American Scapegoat 666" non manca, infatti, di momenti evocativamente epici e maligni, come nella buona "Ave Lucifer", anche se non si evitano certo i clichè più ritriti del genere. Blasfemo quanto basta, impregnato di malvagia, questo nuovo lavoro dei Satan's Host è forse il migliore della produzione post-reunion, e pur senza brillare per originalità si propone come un album valido.
Nessuna concessione alle sinfonie e al decadentismo tanto in voga in questi anni, nè tantomeno al minimalismo di un certo black metal, ma solo una sfuriata heavy/black dalle tinte cupe ed infernali, in cui non manca il riffing più classico così come l'assolo old-school.
"Great American Scapegoat 666" è una piacevole sorpresa; chiaramente se conoscevate e apprezzavate i Satan's Host di "Metal from Hell" non farà per voi: mettetevi in testa che stiamo parlando ormai di due band completamente differenti. Ma tra gli amanti del genere, un ascolto di sicuro lo merita.
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