Ho conosciuto musicalmente gli InAllSenses qualche anno fa, in occasione di un loro concerto a Caserta di supporto agli Illogicist. Ricordo che allora si erano riformati da poco, dopo qualche anno di break, e ricordo anche che il loro show non mi aveva entusiasmato più di tanto. Ho seguito poi in maniera altalenante le loro mosse e me li ritrovo ora, a più di dieci anni dall’inizio della loro avventura, con il loro debut album per Club Inferno, una costola della My Kingdom Music.
Beh, la cosa che mi preme sottolineare più di tutte è che di acqua sotto i ponti da quel famoso concerto ne è passata parecchia, e ora gli InAllSenses sono una band molto più matura e conscia dei propri mezzi. Alcune cose sono cambiate da allora, dal batterista al genere proposto, che ora si è spostato verso un death/thrash davvero ben architettato e se tanto mi da tanto ora la band ha guadagnato punti anche in sede live, quindi sono curioso di verificare questa mia teoria quanto prima assistendo ad un loro show.
Dando un’occhiata ai credits ho anche notato che la band ha autoprodotto il cd e devo dire che tutto sommato il risultato finale non è niente male. I suoni non sono artefatti e sono abbastanza bilanciati e tutti gli strumenti escono bene, compresa la voce. L’unica piccola pecca è che un po’ di spinta in più al tutto non avrebbe guastato, ma tutto sommato si tratta del classico pelo nell’uovo.
Da rimarcare la prova dietro le pelli di Bartolomeo D’Arezzo, davvero molto preciso e potente, così come il riffing serrato dei due chitarristi, che è poi quello che da più del resto le coordinate thrash al tutto, a differenza del growl di Ruggero Formicola che sposta il sound verso lidi più propriamente death metal. Ed è questo mix generale che alla fine funziona bene, fin dalla titletrack, che apre il cd, e che continua grazie a brani come “Inviolated”, “Heaven of prises” e soprattutto “Lady nature”, uno dei brani migliori dell’album. In generale si tratta di canzoni assestate su mid tempo abbastanza rocciosi ai quali si alternano sfuriate in up-tempo che però restano comunque in minoranza rispetto alla parti più mosh. Visto il genere proposto io consiglierei alla band di aumentare leggermente le parti più veloci, per rendere il cd più fruibile e meno monolitico e noioso.
È un album eclettico questo “The experience”, che alterna thrash più diretto a parti più tendenti al death melodico, parti più d’impatto a passaggi più tecnici. In ogni caso essendo un debutto direi che tutte le cose sono al posto giusto e catapultano di diritto gli InAllSenses nell’affollatissima scena metal nostrana. E direi che è un ingresso abbastanza meritato visti i contenuti di “The experience”.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?