Copertina 7,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2003
Durata:61 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. NUTRISCO ET EXTINGUO
  2. MONT BLANC PROVIDENCE CROW
  3. CHRISTIANIA (E. MUNCH COMMEMORATION)
  4. EPICTETUS & IRREVERSIBILITY
  5. DIONYSIFY THIS NIGHT OF SPRING
  6. RED MUSIC DIABOLOS
  7. BUY MY SPERM
  8. FRATERNITÉ DE LA GRANDE LUMIÈRE
  9. THE LIBERATION OF DESTINY
  10. SONNENUNTERGANG IM WELTRAUM

Line up

  • Cornelius: vocals, guitar, bass, samples
  • Lazare: vocals, synthetizers, hammond organ, grand piano, drums

Voto medio utenti

I Solefald sono un gruppo che finora ha raccolto veramente poco. Dico "finora", perché dopo tre album più o meno passati in sordina questo sarà il lavoro della loro consacrazione! Cornelius e Lazare vengono dalla Norvegia, e si aggiungono al già nutrito elenco di grandissimi strumentisti della terra scandinava, accostandosi musicalmente un pò ad Arcturus e Green Carnation. In particolare, di questi ultimi, ereditano i tremendi rallentamenti ai limite del doom, che accostati ad un organo hammond davvero ben suonato, danno un tocco di sacralità all'album. Tuttavia i Solefald non copiano, non si ispirano, e non vogliono assomigliare: sono semplicemente i Solefald. Non c'è nessuno che attualmente riesce a comporre delle canzoni complicate come le loro... non complicate in senso di tecniche o piene di cambi di tempo, bensì costruite attorno ai classici strumenti ma infarcite di organi, sintetizzatori, samples, perfino un sassofono e un coro maschile! Tutto questo si traduce indubbiamente in una difficoltà per l'ascoltatore nell'assimilare l'album, ma il duo norvegese ha pensato anche a questo, inserendo una serie di refrain e riff talmente coinvolgenti da trascinare nella testa anche il resto dei brani. Il bello è che non si ha mai l'impressione di poter indovinare che cosa verrà dopo, e se ci si prova si verrà regolarmente smentiti dall'ennesimo colpo di genio dei Solefald. L'apice dell'album sta secondo me nella commemorazione di Munch, cantata con uno stile spesso vicino a quello di Fernando Ribeiro dei Moonspell e davvero fluida nel suo incedere cadenzato. Non mancano anche parti più veloci e accelerazioni repentine, oltre a qualche accenno di screaming qua e là... insomma, di carne al fuoco ce n'è davvero tanta! L'unico difetto è il tempo che ci vuole per far crescere quest'album, che potrebbe ingiustamente farlo accantonare da chi ha meno pazienza ma gratificare già al terzo o quarto ascolto chi ha avuto la pazienza di concedergli fiducia. I Solefald chiedono la vostra attenzione e lo fanno con il più classico dei comandamenti metal: PLAY SO HARD IT HURTS!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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