I Solefald sono un gruppo che finora ha raccolto veramente poco. Dico "finora", perché dopo tre album più o meno passati in sordina questo sarà il lavoro della loro consacrazione! Cornelius e Lazare vengono dalla Norvegia, e si aggiungono al già nutrito elenco di grandissimi strumentisti della terra scandinava, accostandosi musicalmente un pò ad Arcturus e Green Carnation. In particolare, di questi ultimi, ereditano i tremendi rallentamenti ai limite del doom, che accostati ad un organo hammond davvero ben suonato, danno un tocco di sacralità all'album. Tuttavia i Solefald non copiano, non si ispirano, e non vogliono assomigliare: sono semplicemente i Solefald. Non c'è nessuno che attualmente riesce a comporre delle canzoni complicate come le loro... non complicate in senso di tecniche o piene di cambi di tempo, bensì costruite attorno ai classici strumenti ma infarcite di organi, sintetizzatori, samples, perfino un sassofono e un coro maschile! Tutto questo si traduce indubbiamente in una difficoltà per l'ascoltatore nell'assimilare l'album, ma il duo norvegese ha pensato anche a questo, inserendo una serie di refrain e riff talmente coinvolgenti da trascinare nella testa anche il resto dei brani. Il bello è che non si ha mai l'impressione di poter indovinare che cosa verrà dopo, e se ci si prova si verrà regolarmente smentiti dall'ennesimo colpo di genio dei Solefald. L'apice dell'album sta secondo me nella commemorazione di Munch, cantata con uno stile spesso vicino a quello di Fernando Ribeiro dei Moonspell e davvero fluida nel suo incedere cadenzato. Non mancano anche parti più veloci e accelerazioni repentine, oltre a qualche accenno di screaming qua e là... insomma, di carne al fuoco ce n'è davvero tanta! L'unico difetto è il tempo che ci vuole per far crescere quest'album, che potrebbe ingiustamente farlo accantonare da chi ha meno pazienza ma gratificare già al terzo o quarto ascolto chi ha avuto la pazienza di concedergli fiducia. I Solefald chiedono la vostra attenzione e lo fanno con il più classico dei comandamenti metal: PLAY SO HARD IT HURTS!
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