Copertina 7

Info

Anno di uscita:2009
Durata:50 min.
Etichetta:My Graveyard Productions
Distribuzione:Masterpiece Distribution

Tracklist

  1. LIFE LIKE NEVER SHOULD BE
  2. FOREVER WILD
  3. GONNA GET YOU
  4. SOMEDAY
  5. FIVE DAYS
  6. GOD BLESS
  7. LIVING LIKE A ROCKSTAR
  8. TOO LATE TO HATE
  9. AIN'T A BAD WAY TO LIVE
  10. EASY TO SAY GOODBYE
  11. COMING HOME
  12. OUT IS WAR

Line up

  • Mauro “Seven” Maccarini: vocals
  • Simone “Old Boy” Oldofredi: drums
  • Manuel “Hellcat” Gatti: bass
  • Andrea “Dr. Rock” Tinnirello: guitars

Voto medio utenti

Sarò sincero. Personalmente non avrei mai previsto che nel “terzo millennio” sarebbero stati così numerosi i gruppi “emergenti” a “rimpiangere” la metà degli anni ottanta, quando un’ondata di “cattivi ragazzi” sbucati dall’infernale fermento di Los Angeles, spogliò l’hard dei suoi orpelli e, riallacciandosi alla tradizione del rock ‘n’ roll dei seventies (Rolling Stones, Aerosmith, New York Dolls, …), gli restituì sfrontatezza e spirito ribelle, dando origine ad un eccitante movimento musicale che per un breve periodo conquistò un successo davvero planetario.
Stiamo ovviamente parlando di quello che è convenzionalmente conosciuto come street (o sleaze, se preferite) rock, e i suoi campioni si chiamavano, tra gli altri, Motley Crue, L.A. Guns, Faster Pussycat, e, soprattutto, Guns ‘n’ Roses.
Ebbene, i Dogs ‘n’ Bones sono l’ennesimo esempio di “nostalgici” di quell’epoca, ma diciamo subito che si tratta di una “malinconia” assai costruttiva, dacché si traduce in “un’interrogazione” sulla materia piuttosto ben realizzata, condita da competenza, cultura “storica” e da una buona dose di vitalità (interessante anche la presenza di alcune sporadiche “contaminazioni”, un po’ alla maniera dei Crue dell’era Corabi, vedi, ad esempio, la buona “Forever wild” e l’avvincente “God bless”, il mio pezzo preferito dell’intero programma) il tutto compresso in dodici canzoni (tredici se contiamo la bonus track “Free” inclusa in formato mp3, assieme al videoclip “in studio” della stessa “Forever wild”, nella sezione enhanced del Cd) ottimamente co-prodotte (in collaborazione con la band stessa) mixate e masterizzate dal noto Dario Mollo.
Il giudizio complessivo su “Lost gone wild” è, dunque, sicuramente positivo, e tuttavia sono anche costretto ad esprimere qualche riserva sulla sua efficacia ed incisività, soprattutto se misurata con il metro del “lungo termine”.
Il problema principale sembra essere, infatti, la “tenuta” di un songwriting ancora un po’ troppo standardizzato, un fatto che rende il disco un bolide “di serie” (per quanto piuttosto potente e grintoso), invece di quel “prototipo” a cui potrebbero tranquillamente aspirare i ragazzi bresciani, grazie alle loro le notevoli abilità strumentali, con in testa Dr. Rock e la sua sontuosa chitarra.
In realtà, forse qualche piccola “responsabilità” nell’ispirarmi questo “ardito” paragone, è da imputare anche alla voce di Seven, la quale, sebbene priva di negligenze evidenti, sia dal punto di vista espressivo, sia da quello squisitamente tecnico, non è perfettamente confacente al mio personale gusto sotto il profilo timbrico, ma, come anticipato, non è di certo questo il motivo primario che non mi consente di assegnare al dischetto una valutazione ancor più gratificante.
Quel salto di qualità nelle composizioni, capace di renderle veramente competitive, non è da “record del mondo”, ed è assolutamente alla portata dei nostri … se, come sembra al momento, la voglia di “rock di strada” continuerà ad alimentare i sensi del mercato discografico e del pubblico, non mi stupirei affatto di vedere molto presto i Dogs ‘n’ Bones ritagliarsi un proprio “posto al sole”.
Questa volta riuscirò ad essere profetico?
Recensione a cura di Marco Aimasso

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