Avevo perso di vista i veneti Neptune subito dopo l'uscita del loro primo demo "Synthbreed" (2002) e così mi ero perso il seguente lavoro, "Perfection And Failure", uscito nel 2004. Solo adesso, il loro esordio discografico, "Acts of Supremacy" uscito per l'austriaca Noisehead Records, mi permette di ritrovare una formazione rinnovata dall'inserimento di due nuovi chitarristi, ma che non si è certo allontanata dal Melodic Death di stampo svedese, tra In Flames e Dark Tranquillity ma anche Soilwork ed Hatesphere, suonato forse con poca personalità, ma sicuramente con perizia e la giusta attitudine.
Oltre all'energia messa in campo si fa notare, ed apprezzare, l'inserimento di una massiccia dose di tastiere che contribuiscono a modernizzare e ad alzare il "tasso melodico" delle canzoni, ben supportate in questo dal largo impiego di cori accattivanti, come quelli che troviamo, ad esempio, su "Gearsoul Supremacy", "Sterile Gods" o "Dormant Slaves' Ressurection", dove comunque i Neptune non rinunciano a pestare. Minori concessioni alla melodia invece da parte della bruciante "Cluster" e dell'intensa "Disequilibrium", che comunque chiude l'album con un bel break acustico, ben interpretato da Mattia Nodini, ed un delicato arpeggio.
La voce di Nidini è perfetta in questo contesto, trai migliori Stanne e Lindberg, con una spruzzata di "Speed" Strid, e lo stesso si può dire pure della curatissima produzione, curata da Ettore Rigotti (Disarmonia Mundi), il quale si è anche occupato delle tastiere e del programming.
In definitiva, una discreta uscita, per quanto derivativa, e pertanto un buon viatico per il futuro del gruppo.
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