A quattro anni da “Death Metal Finland” tornano i bellicosi Sotajumala con il loro secondo disco, questo “Teloitus” che, in finnico, significa “esecuzione”.
Molte cose sono cambiate da allora, in primis il sound della band è divenuto più solido e roccioso, abbandonando una certa attitudine maggiormente “in your face” a favore di un suono più denso, cadenzato e pesante, ma non per questo meno violento. A ciò bisogna aggiungere un netto miglioramento in fase di produzione, con i suoni che adesso sono più nitidi e definiti e, per questo, più potenti.
Quello che non è cambiato è il cantato finnico del brutale singer Mynni Luukkainen; la lingua finlandese si presta molto bene al Death Metal.
Dicevo che la band ha deciso stavolta di rallentare la propria proposta, la quale ha acquisito una brutalità prima sconosciuta, con un suono decisamente downtuned, intenso,con sprazzi di velocità espressi soprattutto dal batterista Timo Hakkinen. Le origini musicali della band vanno ricercate nel death metal americano, infatti troviamo pochissime concessioni alla melodia o allo swedish death.
A riprova possiamo citare la conclusiva title-track, ma anche “Oikeutus”.
Il giudizio conclusivo è quello di una band che ha saputo fare un percorso maturativo discreto, efficace, ch si riverbera in un songwriting variegato e sicuramente appetibile per tutti i fan del Death Metal.
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