Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:36 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WHEN LIFE MEANT MORE...
  2. BLACK GOLD REIGN
  3. NEVER... AGAIN
  4. THE ONES WE LEFT BEHIND
  5. AWAKEN THE DREAMERS
  6. MEMORIES OF A GLASS SANCTUARY
  7. STABBING TO PURGE DISSIMULATION
  8. GAGGED, BOUND, SHELVED AND FORGOTTEN
  9. UNTIL THE END
  10. FROM SO FAR AWAY
  11. MISERY'S INTRODUCTION
  12. SONGS FOR THE DAMNED

Line up

  • Eddie (Hernan) Hermida: vocals
  • Chris Storey: guitar
  • Beniko Orum: guitar
  • Mike Tiner: bass
  • Matt Kuykendall: drums
  • Luke Jaeger: session/tour guitar

Voto medio utenti

Tornano anche gli All Shall Perish, con questo “Awaken the dreamers”, loro terzo cd in sette anni di militanza. E tornano con il loro ormai famoso deathcore, genere che normalmente mi provoca l’orticaria, ma che in questo caso non mi risulta così indigesto. Forse perché alla base deathcore si affiancano diversi altri elementi che rendono il tutto più appetibile. Inizio subito col dire che, a differenza di quanto si possa pensare, la proposta del quintetto americano non è poi così accessibile, e l’ascolto del cd risulta essere abbastanza impegnativo. Questo a causa dell’elevato livello tecnico dei brani, pieni zeppi di masturbazioni chitarristiche e di repentini cambi di ritmiche, che alla lunga spezzano un po’ troppo l’ascolto e rendono l’album un pochino pesante da digerire. Però di soluzioni interessanti ce ne sono parecchie nell’arco dei dodici brani che compongono il disco, anche se, sempre per il motivo di cui sopra, è difficile individuare un brano che spicchi di più rispetto agli altri. Questo cd lo vedo più come un macigno che piomberà integro in testa agli ascoltatori, piuttosto che sbriciolato in tante piccole pietre, quindi non vi resta altro da fare che stringere i denti ed ascoltarlo tutto d’un fiato. L’aspetto più positivo di questo periodo specifico della band è che i nostri se ne fregano di strizzare l’occhio alle vendite, e mettono su un cd che se da un lato aumenta, e di molto, l’aspetto melodico, dall’altro lo bilancia perfettamente con un indurimento generale del sound, venendo a creare una sinergia che risulta vincente in più di un frangente. E nonostante ci siano diverse parti ‘pulite’ nei brani, sia di voce che di chitarra, per fortuna il tutto non è strutturato in maniera banale come il 90% delle band di questo genere, ma segue un certo senso logico, e questo aspetto va senz’altro premiato. Peccato quindi per quanto detto prima, e cioè della complessità di alcuni passaggi e dell’eccessivo uso di assoli e riff articolati che rendono il tutto troppo arzigogolato, altrimenti questo cd poteva essere di molto superiore. Certo se siete fan oltranzisti del brutal, nonostante in questo disco ce ne sia parecchio, non apprezzerete le aperture melodiche che stemperano il tutto, così come, viceversa, se siete avvezzi alle ‘nuove’ (bleah) sonorità del metal questo cd risulterà troppo pesante per voi. E questo penso che potrebbe creare qualche problema alla band, in quanto non so bene a chi potrebbe essere indirizzato questo lavoro. Fatto sta che noi ce ne freghiamo delle etichette e diciamo solo che è un gran bel disco di metal estremo. E questo dovrebbe bastarvi… E se ve lo dico io che storicamente odio questo genere (il deathcore) potete andare sicuri…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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