I tedeschi
Crisis Never Ends, che fanno un disco chiamato “Kill Or Cure”, devono volersi un gran male, perché, anticipando quale sarà il giudizio su questo disco, è fin troppo facile giocare con le parole e dire che davvero non c’è fine alla crisi e che, come ci suggeriscono essi stessi, se non si può curarli è meglio ammazzarli.
Ecco, i Crisis Never Ends sono incurabili e sarebbe meglio ammazzarli, artisticamente parlando, si intende, perché il loro metalcore è di una palloso mostruosamente galattico. Mi si perdoni la furia iconoclasta nello stroncare questo scempio, da parte di una band che crede che pestare sia tutto, senza un briciolo di inventiva e personalità, completamente appiattendosi su centinaia di altre bands e migliaia di altri dischi.
Non c’è una sola nota, dico una sola nota, in questo disco che sia capace di suscitare un briciolo di attenzione nell’ascoltatore. A ciò bisogna aggiungere un cantante che urla come una gallina strozzata, risultando smisuratamente fastidioso.
Non c’è alcuna ragione di esistere per questa band. Il loro è solo uno spreco di risorse, personali, e planetarie, visto che per produrre questo scempio si è messo in moto un processo industriale e si è contribuito ad inquinare questo pianeta.
Potrei stare qui a dirne male fino al 2012, quando si avvererà la profezia Maya, ma non voglio sprecare altro tempo e risorse (sotto forma di bit). Non vi fate più rivedere da queste parti.
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