Quante volte mi toccherà ancora sottolineare la non indispensabilità dell'intro, regolarmente inserita in tutti gli album che mi capitano sottomano?! Non solo il più delle volte mi fa innervosire per la sua totale inutilità nel contesto del disco, ma in alcuni casi - compreso quello dei bellunesi Desolate Sun - risulta fuorviante e rischia di depistarmi riguardo alle reali potenzialità del gruppo che mi accingo a giudicare. Pensare che per un paio di minuti ho creduto che il monicker Desolate Sun fosse dedicato alla desolazione di note e di idee che popolavano l'introduzione di questo demo... e invece lo svolgimento dell'ascolto mi ha risollevato convincendomi di trovarmi davanti a qualcosa di ben più meritevole. Il duo veneto è dedito a uno stile che viene spesso accostato a band allontanatesi ormai dalle scene metal, come Anathema e Katatonia. Un dark/gothic rilassato e spesso sorretto da lunghi arpeggi acustici, dove la chitarra ha la possibilità di tessere trame malinconiche e lamentose. E' la tristezza a farla da padrone durante tutto il quarto d'ora di durata, anche se "In Silence Beauty Comes" lascia apparire brevemente uno screaming che riporta la band a ricongiungersi idealmente con il black sperimentato agli esordi di qualche anno fa. Ho veramente apprezzato le atmosfere create in maniera genuina e spontanea, mai forzate, non ho avuto neanche per un istante l'impressione di qualcosa creato a tavolino per raggiungere un determinato obiettivo. Anzi, mi è sembrato davvero di ascoltare qualcosa composto con il cuore. Da amante delle montagne mi piace pensare che questi ragazzi siano stati ispirati anche dalle sensazioni create dalle vicine Dolomiti. L'unico difetto, se si può considerare tale, è l'esigua durata che mi impone di non sbilanciarmi troppo: la formula è a rischio noia, ed è necessario valutare come il duo sarebbe in grado di mantenere alta la concentrazione su un minutaggio più elevato. Le premesse sono importanti... ma per favore, lasciate perdere le intro in futuro!