Copertina 5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2011
Durata:59 min.
Etichetta:Advantgarde Music

Tracklist

  1. THE BRINK
  2. FALSE LIGHT
  3. ALTERNATE
  4. UNDERLOOKED
  5. STILL WATERS
  6. THE DUMBLING DOWN
  7. AUTOMATA
  8. AUTONOMA
  9. THE BRINK (REPRISE)

Line up

  • Mark Kelson: vocals, lead and rhythm guitars
  • Duncan Patterson: bass, piano, acoustic & electric guitars, mandolin, synths, vocals
  • Mauro Frison: drums and percussion

Voto medio utenti

Nuovo progetto per Duncan Patterson, polemico ex-bassista degli Anathema. Già dal moniker scelto, appare chiara la volontà di ispirarsi ai migliori momenti della famosa doom/dark band inglese. Ed il musicista in questo disco fa la parte del leone, occupandosi di chitarra, basso, batteria e pianoforte, anche se del gruppo fanno parte alcuni suoi amici, come Mark Nelson dei The Eternal.
La realizzazione dell’album è stata frazionata in varie parti del mondo, anche per cercare di cogliere le influenze ambientali di luoghi così lontani e differenti. Ad esempio la tristezza autunnale e solitaria delle brughiere irlandesi, il gelo eterno e cristallino del Nord-Europa, ma anche la morbida rilassatezza dell’America Latina.
Così le canzoni sono ceselli delicati e rarefatti, spesso costituite soltanto dal malinconico apporto di pianoforte e violino, ed immerse in atmosfere di totale abbandono. Come esempio, si possono citare i nove minuti della depressiva “Underlooked”, immobile duetto per voce, piano ed impalpabili cenni elettronici. Sicuramente un brano opposto alla volgarità fracassona di certa musica heavy, ma dall’effetto soporifero a livelli record.
La cosa si ripete un po’ ovunque, con l’apoteosi nel quarto d’ora finale di “The brink (reprise)” dove evitare una raffica di sbadigli sembra davvero impresa eroica. Va bene adottare uno stile che privilegia la mestizia, l’introspezione, la decadenza, la disperazione, la poesia oscura, la negazione di ogni gioia e l’appassire dell’anima, ma occorrerebbe metterci anche un pochino di musica assieme. Ciò accade purtroppo raramente, sottoforma di linee prevalentemente tastieristiche e tonalità angoscianti, vedi “False light”, oppure grazie a qualche eco acido-bucolico in “Alternate”, mentre il resto è una lentissima nenia che invece di esprimere un climax di profonda alienazione, risulta solamente noiosa.
A parte i fans più accaniti del personaggio, una manciata di dark/goth all’ultimo stadio o qualche esteta delle pulsioni suicide, non individuo altri martiri per questo esempio di barbosa negatività cerebrale.

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