Callejon - Zombieactionhauptquartier

Copertina 5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:66 min.
Etichetta:Nuclear Blast
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ZAHQ (INTRO)
  2. ZOMBIEFIED
  3. SPIEL MIR DAS LIED VOM STERBEN
  4. UND WENN DER SCHNEE...
  5. MEIN PULS = 0
  6. TANZ DER TEUFEL
  7. PHANTOMSCHMERZ
  8. QUARANTäNE
  9. INFIZIERT
  10. DER TAG AN DEM DIE SCHWäRZE BLIEB
  11. FREMDKöRPER
  12. DAS ENDE VON JOHN WAYNE
  13. PORN FROM SPAIN

Line up

  • Thomas Buschhausen : Guitar
  • Bastian Sobtzick : Vocals
  • Bernhard Horn : Guitar
  • Thorsten Becker : Bass
  • Bodo Stricker : Drums

Voto medio utenti

I tedeschi Callejon autodefiniscono il loro genere “zombiecore”, trovata simpatica, per carità, ma sia chiaro e cristallino a tutti che tale definizione non cela altro che l’ennesima, fortunata band metalcore. Sebbene questi giovani ragazzi insistano su quanto il loro sound si discosti dagli stereotipi della scena metalcore ciò che in realtà potrebbe risultare insolito è solo la scelta per le liriche della lingua tedesca in luogo del più comune inglese.

“Zombieactionhauptquartier”, questo l’impronunciabile titolo dell’album, è uscito in pompa magna sotto le insegne della signora Nuclear Blast e ne porta con sé tutti i benefici di una promozione fatta a tappeto come quella a cui ci hanno abituato i maestri pubblicitari della suddetta etichetta, basti pensare ad esempio ad uno degli ultimi “prodotti” da essa lanciati, i Sonic Syndicate. E proprio come per questi ultimi ecco che il nome dei Callejon magicamente compare e ricorre in ogni dove, spazi pubblicitari su portali musicali, banner e addirittura l’artwork dell’album sulla copertina dell’ultimo catalogo musicale Nuclear Blast, oltre ad una pagina centrale interamente dedicata a loro, per essere sicuri che questo nome non sfugga proprio a nessuno. Ma al di là di una così meticolosa operazione commerciale cosa rimane? Non molto in concreto a dire il vero, musicalmente parlando non si può negare alla band una padronanza ben consapevole dei propri ruoli ma qualitativamente le sfuriate di velocità alternate ad accenni di melodia, specie nel cantato di Bastian Sobtzick suonano ad oggi come un modo di scrivere musica che ha perso la propria freschezza ed immediatezza dopo aver reso ipersatura prima la scena americana e successivamente quella europea. Certo c’è da dire, a onor del vero, che non mancano le strutture piacevolmente complesse nel songwriting ma da qui al definirsi, come hanno fatto sulla loro biografia, “la band hardcore tedesca più innovativa” ci vuole una massiccia dose di autostima ed ottimismo. Gli scream taglienti che anticipano il via al moshpit sono più che mai puntuali e mirati, ma al contempo un po’ troppo prevedibili. Il cantato in tedesco, a ben vedere, risulta un punto forte nell’insieme perché dona uno strato corazzato che incattivisce, se non altro, le intenzioni di ogni pezzo. Un brano che emerge rispetto al livello generale dell’album è “Tank Der Teufel”, in cui le strofe sono molto più vicine alle sonorità del death metal scandinavo più violento e d’impatto e, almeno per 3.35 minuti si pensa alla possibilità di rivalutare i Callejon, ma basta poco per ritornare in sé ed abbandonare quest’insana idea; ci s’imbatte subito dopo in una delle due ballad del disco, in cui gli arrangiamenti pop e i cori melodici disegnano un’atmosfera malinconica e a tratti noiosa considerando la lunghezza di questa canzone, "Phantomschmerz", per la quale, proprio in questi giorni è stato girato un video che sarà presentato sulla pagina MySpace della band a gennaio, sperando che almeno nel videoclip si sia optato per una versione tagliata. Un’altra bizarria discutibile presente nell’album è la conclusiva “Porn From Spain”, titolo che cita ironicamente i Born from Pain, in cui fa capolino una voce hip hop tedesca, tale K.I.Z. I cinque ragazzi tedeschi simpatizzanti degli zombie sono in ogni caso intenzionati a procurarsi con il loro morso infetto un seguito di vaste proporzioni e la loro verve unita alla loro immagine ironica e positiva che invita a non prendersi troppo sul serio li aiuterà di sicuro nell’impresa. Nulla di più facile avendo già pronto in calendario un tour che li terrà occupati da natale ad agosto 2009 e che li vedrà comparire anche al Wacken e al Summerbreeze; ciò che al contrario è difficile sarà non sentire parlare di loro. Beata fortuna.

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