È incredibile lo sviluppo che ha avuto l'hard & heavy a metà anni '80, se si pensa a quello che era solo due/tre anni prima. Infatti si è passati da una formula ancora rozza (vedi
Steeler,
Keel, in parte
Quiet Riot e tanti altri) a band super cromate e dai refrain perfetti, con
Ratt,
Dokken,
Hurricane,
Icon,
King Kobra e via dicendo e quel periodo rimarrà per sempre ineguagliato per il class-metal. Ma, girando la seconda metà degli anni ottanta, qualcosa stava cambiando; le band, probabilmente influenzate dal successo planetario di
Appetite For Destruction dei
Guns 'n' Roses, si spostarono in massa verso lidi marcatamente street-metal che di fatto chiuderanno al 'comando' degli anni '80.
I
Tesla furono tra i primi a spostare i canoni del class-metal verso territori se non proprio street, comunque più 'real rock' e, per questo, ritengo
Mechanical Resonance un album cruciale per le sorti dell'heavy yankee negli anni ottanta.
Per il sottoscritto rimane ampiamente il loro migliore sulla scorta di un songwriting fulminante, ed anche perché il cantante
Jeff Keith a mio avviso non si ripeterà più con tale potenza e fuoco 'sacro'.
I Tesla nascono per mano del chitarrista
Frank Hannon e del bassista
Brian Wheat quando ancora la band si chiamava
City Kid. Dopo aver frequentato lungamente il circuito dei club della loro città (Sacramento), facendo da gruppo spalla anche dei Dokken e Y&T, la band suonò persino nell'isola di Guam nell'Oceano Pacifico, dove allestirono un concerto per i militari americani che li hanno le loro basi. Ed è durante questo soggiorno che i Tesla scrivono le canzoni destinate a Mechanical Resonance.
Il kick-off è dato da
Ez Come Ez Go con il suo ritmo squadrato e sincopato, ma capace di accelerare bruscamente su bridge e coro.
Cumin' Atcha Live comincia con assoli di chitarra che preparano il terreno ad un ritmo forsennato, l'impianto rock'n' rollistico funziona a meraviglia e sembra una riedizione adattata agli '80 dei primi fondamentali
Montrose.
Gettin' Better è fantastica con il suo languido arpeggio iniziale per poi lasciare posto ad un riff risoluto ed un refrain riuscitissimo, altro hard number a 24 carati.
2 Late 4 Love è datata da una sezione ritmica ancora una volta variegata, prima di lanciarsi stavolta sul metal californiano, soprattutto per via del coro.
Rock Me To The Top segue un po' la stessa linea, ed il suono dei Tesla diventa un marchio di fabbrica.
We're No Good Together è uno dei punti forti dell'album, fa parte, come ed esempio
Rock Me dei
Great White, della grande restaurazione hard blues di classe che gli '80 operarono, con un crescendo a dir poco entusiasmante.
Modern Day Cowboy riprende spedita la marcia hard rock dei nostri, suggellando un altro episodio fortemente epidermico, mentre in
Changes fa la comparsa il piano per un mid tempo che si allarga in corrispondenza del coro. Poi ci sono le suggestioni elettro-acustiche di
Little Suzi, altro brano da applausi.
Cover Queen ha un riff vagamente funkeggiante e sicuramente anticipa l'ondata street metal. Chiude
Before My Eyes che possiede gli arrangiamenti più strani e oscuri del disco e probabilmente risulta la meno riuscita del lotto.
Disco che rimane comunque inattaccabile, come detto per me il miglior Tesla.
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