Basta dare un’occhiata al logo della band e alla (bella) copertina del demo per capire all’istante quale sia la proposta musicale dei piemontesi Bribe: brutal death metal, di quello in your face e senza compromessi. Se la presentazione può risultare immediata e per certi versi prevedibile, altrettanto non si può dire per quanto riguarda l’aspetto musicale, visto che i nostri quattro ragazzotti torinesi ci sanno dannatamente fare. Niente di innovativo, niente tecnicismi fini a sé stessi, soltanto brutal death, diretto e violento come vuole la tradizione. Nonostante ciò, però, i nostri riescono a presentarsi con una buona dose di personalità, evitando così di incorrere nel solito errore in cui cadono molte giovani band, e cioè quello di riproporre con troppa enfasi lo stile dei propri beniamini, scegliendo la strada più semplice, cioè quella di ripescare qua e là riff o soluzioni ritmiche già collaudate, invece di sforzarsi di metterci qualcosa di proprio. Beh, nonostante sia inevitabile che qua e là qualche influenza salti fuori (Cannibal Corpse su tutti, ma a volte anche Morbid Angel), i Bribe ci sono riusciti, e se a questo aggiungiamo che si presentano nel migliore dei modi, sia dal punto di vista del suono, con una masterizzazione effettuata niente meno che in California da Colin Davis (Vile), che da quello dell’artwork, ad opera del bravo Sergio Spagnolo, il gioco è fatto. Solo cinque le tracce, per un quarto d’ora scarso di violenza sonora, sorretta da una sezione ritmica fulminante e martellante come è giusto che sia, e dalle alchimie chitarristiche di Fabio, che presenta riff arzigogolati ma d’impatto, che ben si amalgamano al growl profondo ma definito di Sirio. Ed è proprio questo uno dei punti focali della proposta dei Bribe, il fatto che pur proponendo un tipo di brutal abbastanza articolato non perdono mai di vista la cosa più importante, e cioè l’impatto sonoro, il muro di suono, evitando passaggi ai limiti del suonabile che alla fine indeboliscono i brani. Le premesse perché i Bribe diventino una delle nuove promesse della già ricca scena brutal italiana ci sono tutte, ora come al solito la speranza è che i sempre più ciechi discografici diano una chance alla band, perché se la merita davvero tutta.
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