From The Abyss: Dimmu Borgir

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Pubblicato il:10/03/2025
Con questa nuova rubrica inaugureremo delle monografie incentrate sul black metal melodico, perchè pensiamo che questo sottogenere meriti l'importanza di essere trattato e le formazioni che hanno dato lustro a questo stile verranno sviscerate per la gioia dei fans, iniziamo con una formazione principe, croce e delizia degli estimatori, i norvegesi Dimmu Borgir.

1993 - 1996: Gli inizi

I norvegesi Dimmu Borgir vengono fondati nel 1993 dal chitarrista Sven Atle “Erkekjetter Silenoz” Kopperud che vede l’ingresso in formazione lo stesso anno del bassista Brynjard Tristan del chitarrista Ian Kenneth “Tjodalv” Åkesson e di Stian Tomt “Shagrath” Thorersen alla batteriae voce.
Il nome della band fa riferimento ad un luogo geografico situato in Islanda dove secondo la leggenda locale ci sia uno degli ingressi per l’inferno.
Dopo tre nastri autoprodotti nel 1994 con le prove in studio, il debutto ufficiale arriverà lo stesso anno con l’Ep “Inn I Evighetens Mørke” cui seguirà l’anno seguente il debut album “For All Tid” per la tedesca No Colours, questo anno vedrà l’ingresso come session del tastierista Stian Aarstad che verrà ufficializzato come membro ufficiale solo con il secondo album.

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Nel 1996 ecco il secondo sigillo “Stormblåst” pubblicato dalla britannica Cacophonous Records con Tjodalv che con questo lavoro si sposterà permanentemente alla batteria; il secondo Ep “Devil’s Path” verrà pubblicato dalla Hot Records che vedrà il debutto del bassista Stian André “Nagash” Arnesen dei Troll al posto di Tristan; i primi due lavori vengono contraddistinti da un black metal aggressivo che viene stemperato dall’intervento romantico delle tastiere, pur la produzione essendo povera desta l’attenzione della label tedesca Nuclear Blast Records che li mette sotto contratto e li spedisce presso gli Abyss Studios sotto l’attento occhio di Peter Tägtgren e ristampando il primo full includendo il primo Ep.

1997 - 2003: L'esplosione ed il successo consolidato
Il successo arriva con il terzo full del 1997 “Enthrone Darkness Triumphant” che vedrà un approccio più sinfonico che diventerà d’ora in poi una costante con la riscoperta di radici thrash e classic metal e brani che diventeranno dei classici come “Spellbound By The Devil” e “Mourning Palace”.

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Nel 1998 ecco il mini “Goddless Savage Garden” composto da riregistrazioni di brani del debutto, di tracce extra non presenti nel terzo full, di pezzi live registrati in Polonia e della cover di “Metal Heart” degli Accept.
Altro cambio di formazione con l’ingresso del chitarrista australiano Jamie “Astennu” Stinson e del tastierista Øyvind Johan “Mustis” Mustaparta.
Seguiranno i full del 1999 e del 2001 “Spiritual Black Dimensions”, “Puritanical Euphorical Misanthropia” che vedrà l’ennesimo cambio di formazione con gli ingressi di Tom Rune “Galder” Andersen Orre (Old Man’s Child) alla chitarra, Nicholas Barker (ex COF) alla batteria e Simen “ICS Vortex” Hestnæs (Borknagar) al basso e voci pulite; in questo quinto album l’approccio diventerà più orchestrale con la collaborazione dell’Orchestra dell’Opera di Gothenburg ed emergeranno influenze industrial come in “Puritania” che allontaneranno ancora di più i fan della prima ora ma con l’ingresso di nuovi.

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Dopo il video del 2002 “World Misanthropy” composto da sezioni live, in studio e backstage ecco l’album del 2003 “Death Cult Armageddon” ultimo album con Barker alla batteria e torneranno brani in lingua norvegese come “Vredesbyrd” scomparsi fin dal terzo full.

2005 - 2018: Il declino
Nel 2005 ecco pubblicata la dimenticabile riregistrazione del secondo album ad opera dei soli Shagrath e Silenoz con l’aiuto di Mustis, Jan Axel “Hellhammer” Blomberg (Mayhem) alla batteria accreditati come sessionmen; la motivazione del duo è data dall’insoddisfazione del risultato originario in termini di produzione, l’operazione scontenterà molti fan.

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Seguirà nel 2007 il concept album “In Sorte Diaboli” che sarà l’unico album con Hellhammer in formazione.
Ma la tempesta è dietro l’angolo, con un comunicato stampa Nagash licenzia in tronco Mustis e Vortex, questo gesto scatenerà una battaglia fra i tre con accuse reciproche.
Verranno pubblicati il dimenticabile “Abrahadabra” nel 2010 con l’aiuto di diversi sessionmen, il live orchestrale “Forces Of The Northern Night” nel 2017 ed “Eonian” nel 2018.
Il 2024 vede l’addio di Galder; come continuerà la loro storia, lo scopriremo solo vivendo...

P.S.: Occorre fare una nota di colore riferita al secondo album; la traccia strumentale inclusa in quel disco, "Sorgens kammer" è una cover di un brano presente nel videogioco per Amiga, "Agony" spacciata come propria dal tastierista Stian Aarstad senza farlo sapere al resto della band, salvo venire contattati dal compositore originale e scartata dalle riregistrazioni dello stesso nel 2005.
Articolo a cura di Matteo Mapelli

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