(09 aprile 2008) Arena - 9 Aprile 2008 (Thunder Road, Codevilla - Voghera)

Info

Provincia:PV
Costo:non disponibile
La seconda ed ultima data del tour italiano degli Arena fa tappa al nord, e ancora una volta ad attenderli ci sono poche centinaia di presenti. Inutile quindi fare proclami su internet, appelli, news in tempo reale, mantenere il prezzo del biglietto a cifre ridicole (15 euro): di new prog in Italia se ne parla e lo si scarica molto, ma all'atto pratico (vendita di cd e partecipazione ai concerti) siamo un paese da terzo mondo, eppure grazie all'interesse dei soliti irriducibili (tra cui quelli del Camelot club ed i sempre presenti ragazzi di Paperlate) ci siamo assicurati in Maggio una data del tour che porterà Ritual, Beardfish e Tangent, nonché ad Ottobre i Pendragon (tutti a Codevilla).

Preceduti dal set di una promettente band milanese (Ottava Strada) che fonde magistralmente e con tecnica impeccabile la tradizione del prog cantato in italiano (Banco, PFM) ed il prog metal sconfinando anche nel tango (il brano "La terra dei falò"), dopo l'immancabile overture del Guglielmo Tell gli Arena delegano alle funamboliche tastiere di Clive Nolan il compito di aprire le danze: il veloce new prog sparato all'ennesima potenza di "Welcome to the cage" è una botta di adrenalina che da sola vale il prezzo del biglietto e scalda subito i presenti.

Non avendo nessun disco nuovo in uscita causa gli ultimi impegni di Nolan (l'epic rock opera "She", già in vendita in versione cd e dvd con presenze del calibro di Alan Reed, John Jowitt, Richard West e due grandi female singers), la band pesca a piene mani dal repertorio passato, saccheggiando in gran parte "The visitor", i cui estratti oltre a scatenare applausi ed ovazioni ("Crack in the ice", "Double vision", "Tears in the rain", "Hanging tree", "Don't forget to breathe") si alternano a momenti più recenti del periodo con Sowden al microfono (il rock ficcante ed incisivo di "Witch hunt" e "Skin game", "Chosen","On the edge of despair", che vede Sowden impegnato alla chitarra acustica), proposte inattese come "Midas Vision" dal debut "Songs from the lion's cage", magnifici spunti strumentali già presenti nel cd e dvd live del 2003 come "This way madness lies" (dove sale in cattedra John Mitchell) e "Riding the tide", monumentale prova di velocità di Clive Nolan ed un'incursione finale nei due migliori estratti dall'ultimo "Pepper's ghost" con "Bedlam fayre" e "Smoke and mirrors".

Il set ufficiale è chiuso dalla lunga "Moviedrome", brano che veniva proposto in sede live ai tempi del tour di "Immortal" (2000), disco del primo approccio di Sowden dopo l'uscita di Paul Wrightson.
Tutti i presenti sanno che non può finire qui: al ritorno sul palco i primi accordi al suono di un simil carillon ci introducono a "Solomon", immancabile must emozionale e trascinante che ci riporta all'esordio di "Songs from the lion's cage" con la sua parte strumentale ancora dominata dalle tastiere di Nolan (più new prog di così non si può) e chiusa dallo strepitoso cristallino guitar solo di Mitchell. La band è ai bordi del palco per i saluti ma torna ad imbracciare gli strumenti dopo che Sowden intona con i presenti "Help me", introducendo "Crying for help VII" in versione più rock ed elettrica rispetto a quella per sola voce presente nell'EP che racchiudeva tutti gli spezzoni di "Crying for help" ("The cry"), chiudendo il set dopo circa due ore.

Sorretti da due fuoriclasse come Mitchell e Nolan (che si è preso anche la briga di presentare quasi tutti i brani), gli Arena si confermano una band perfetta anche dal vivo: Sowden non avrà il magnetismo ed il carisma di Fish o Peter Nicholls (ci prova cambiandosi più volte d'abito) ma è un signor frontman, Ian Salmon non fa rimpiangere il basso di John Jowitt e Mick Pointer (quasi sempre nascosto dalla batteria) non sarà un mostro di tecnica ma si limita all'essenziale, e gli riesce bene.
Mancavano dall'Italia da un pò di tempo, li ringraziamo per essere tornati a regalarci solo il meglio di una carriera iniziata più di 10 anni fa quasi per gioco o per voglia di rivalsa di Mick Pointer nei confronti di chi lo aveva sbattuto fuori in malomodo dai Marillion dopo "Script for a jester's tear" (disco che a breve riproporrà in tour per celebrare i 25 anni dalla sua uscita con una band in cui militerà Nick Barret ed il frontman di una Marillion cover band).
Report a cura di Carlo Viano

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