Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: se non ci fosse stata una pandemia globale, probabilmente non avrei mai avuto la possibilità di vedere uno show della
Trans-Siberian Orchestra comodamente seduto sul mio divano.
Per carità, l’esperienza dal vivo non è sicuramente paragonabile, ma in questi mesi abbiamo imparato ad accontentarci di tante piccole cose, e la performance integrale di
“Christmas Eve And Other Stories” messa insieme dalla formazione americana l’ho trovata davvero emozionante.
Oltre alla prestazione maiuscola dei “vecchi”
Savatage Al Pitrelli, Chris Caffery, Jeff Plate e
Johnny Lee Middleton, a impressionare è il cast di cantanti, che per l’occasione annovera nientepopodimeno che
Russell Allen (da brividi in
“Good King Joy”) e
Jeff Scott Soto (che non fa rimpiangere il sommo
Zak Stevens).
Era da parecchio che non vedevo un concerto “vecchia maniera” senza metronomo, sovraincisioni o
accrocchi particolari (le voci bianche del disco originale vengono qui rimpiazzate da quelle di
Chloe Lowery e
Georgia Napolitano), e la resa complessiva non ne ha risentito minimamente, anzi, ha dato quel respiro ulteriore a composizioni - spesso rallentate rispetto alle originali - non indimenticabili ma efficaci e di sicuro impatto.
Sul palco (immenso) negli 80 minuti di spettacolo si vedono cantanti, musicisti, un narratore, luci stroboscopiche, laser, scenografie varie e fumo in abbondanza senza soluzione di continuità, per cui è impossibile annoiarsi anche senza essere fisicamente presenti. L’unico aspetto che non mi ha entusiasmato è la dissolvenza tra un brano e l’altro, a evidenziare un po’ troppo il fatto che siamo comunque davanti a una specie di film e non a un vero e proprio “live concert”.
Ma, come già precisato, è difficile non emozionarsi, soprattutto quando alla fine compare la dedica al compianto ideatore del progetto
Paul O’Neill sulle note di
“Believe”.
Buon Natale a tutti voi.
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