(01 maggio 2022) Rebirth of Power Festival - LINK, Bologna

Info

Provincia:BO
Costo:30
L’occasione è ghiotta: dopo due anni di (quasi) totale clausura in ambito live, finalmente il mondo dei concerti inizia a riaprirsi, e il Link di Bologna ospita il Rebirth of Power Festival, con un bill di tutto rispetto: a darsi il cambio sul palco, infatti, saranno (in ordine inverso):
- Rhapsody of Fire
- Drakkar
- Chocobo Band
- Eternal Silence
- Winterage
, questi ultimi un’aggiunta last minute


LA LOCATION

Il Link è un posto relativamente nuovo ai concerti metal, ma la struttura è ideale, molto ampia, con un bel palco e tanto spazio, bagni, bar e angolo merchandise incluso. La gestione della serata sarà peraltro molto facile, perché, nonostante il bill, il pubblico al suo massimo picco difficilmente avrà superato le 2-300 unità, lasciando davvero il locale mezzo vuoto (o mezzo pieno, a seconda di come la vedete). Lo show peraltro inizierà con una mezz’oretta di ritardo, a causa di problemi in fase di sound check, che fanno slittare le tempistiche. A sua discolpa, lo staff riuscirà ad eseguire cambi palco snelli e poco complicati, recuperando un po’ del tempo perduto. Mi sia data anche l'occasione per ringraziare Saverio Mollica e tutto lo staff, che ci ha fatti sentire a nostro agio dall'inizio alla fine.

LO SHOW


Winterage
Sono circa le 19,30 quando salgono sul palco, ad aprire le danze, i genovesi Winterage. Forti dell’ultimo e ben riuscito “The Inheritance of Beauty”, i nostri regalano uno show convincente, suonato senza una sbavatura e ben bilanciato tra brani più “spaccacollo” e momenti più epici, perfettamente condotti dalla voce baritonale e potente di [I]Daniele Barbarossa e dal violino di Gabriele[/I] Boschi. Potenti, in palla e con delle belle canzoni: il festival comincia decisamente col piede giusto!
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Eternal Silence
Recensiti da me poco tempo fa in occasione del bellissimo Timegate Anathema, gli Eternal Silence di Marika Vanni e soci offrono uno show potente, con molti brani presi dal suddetto, bell’album. La prestazione della band è buona e la voce di Marika è in assoluto stato di grazia, potente e in nota dall’inizio alla fine. Al di là di piccole sbavature e qualche incertezza strumentale, la band di Varese conferma di essere in un ottimo momento, ed il live anche per loro è una manna dal cielo, per riprendere il possesso della naturale dimension d’essere di un artista. Bravi!
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Chocobo Band
La terza band in scaletta è l’unica di cui non avevo mai sentito parlare, e forse la più ‘particolare’: i Chocobo Band, infatti, sono una ‘Final Fantasy Tribute Band’, ossia un gruppo che ispira liriche e temi musicali alla saga di videogiochi di Final Fantasy, ed anche il loro look lo dimostra appieno! Condotti dalla voce da soprano di Beatrice Bini, dalla carica di Mike Pelillo e dalle (ottime) chitarre di Zap, la band offre uno spettacolo che il pubblico sembra gradire molto, nonostante qualche sbavatura di troppo in fase di vocals e suoni non molto bilanciati. Progetto comunque interessate, mi riservo di indagarlo meglio.
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Drakkar
E che vi devo dire! Ogni volta che i Drakkar salgono sul palco, sale sul palco un pezzo di storia del metal italiano. E anche stavolta, come capita spesso, non hanno fatto prigionieri! La band è carica a palla, ed ha al timone un Davide Dell’Orto in pieno Berserk metalloso, che ci conduce una danza di thrash e power, con una potenza devastante. Il genere è forse il più diverso rispetto a quando sentito finora (e a quanto sentiremo tra poco), ma nel tempo a loro di posizione, i Drakkar hanno letteralmente staccato la testa a tutti, suonando con una botta, una ‘cazzimma’ e una convinzione che hanno del commovente. Piccole e fisiologiche sbavature a parte, i Drakkar sono l’ennesima, graditissima conferma. Che botta.
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Rhapsody of Fire
Ed eccoli qui, i protagonisti della serata. Forti del loro ultimo “Glory for Salvation”, da cui estrapoleranno 5 brani, i RoF finalmente riescono a far partire qualcosa che assomiglia a un tour, dopo due anni a rimandare e mangiarsi le mani. E quello che ci è dato sentire (e vedere) è una band in perfetta forma, che non si concede mezza sbavatura, con una potenza ed una precisione invidiabili. Questa, peraltro, è la prima serata live del nuovo batterista Paolo Marchesich, che al suo battesimo del fuoco si comporta come una macchina da guerra, sbagliando NIENTE. E poi, discorso a parte, c’è il signor Giacomo Voli. Simpatico, gentilissimo e disponibile (come Roby De Micheli e tutti gli altri), sul palco Giacomo è disumano. Non salta uno dei suoi acuti quasi impossibili, non sbava, non è mai (MAI) calante o crescente, dalle note basse agli ultrasuoni di cui è capace, si diverte e fa divertire la gente. Insomma, le parole valgono il giusto, ma quando ti becchi in faccia un’ora e mezza di perfezione, c’è poco da aggiungere. La band decide di dividere equamente la scaletta in tre, prendendo 5 pezzi dall’ultimo album, 5 dal precedente “The Eighth Mountain” e 5 dalla gloriosa storia della band, con pezzi come Dawn of Victory, Land of Immortals o la immancabile “Emerald Sword” a suggellare un concerto davvero perfetto. Da notare anche la presenza, in un paio di brani, di Manuel Staropoli con i suoi flauti e di Giovanni Davoli, alla cornamusa, che arricchiscono ulteriormente un piatto già sontuoso di suo. Poco altro da aggiungere, alle 00,50 i Rhapsody salutano un pubblico forse non numerosissimo, ma letteralmente innamorato di una band che, qualora ce ne fosse bisogno, ha dimostrato il suo enorme valore anche in sede live.
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La gallery completa è visibile sulla pagina Facebook di Metal.it, tutte le foto copyright by Martina Monti.


P.S. Durante il sound check sono riuscito a fare due chiacchiere con molti di questi artisti, quindi restate sintonizzato perché a breve pubblicheremo il risultato di queste chiacchiere divertenti ed interessanti!

Report a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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