Qualche volta i sogni si avverano e diventano improvvisamente una bella realtà… Da una vita sognavo di vedere live il grande
Tyla, uno dei più grandi Rocker di tutti tempi per il sottoscritto assieme a Spike dei The Quireboys, che non a caso è un suo grande e inseparabile amico, con il quale ha condiviso il palco spesso e volentieri, incidendo anche svariati dischi assieme in passato, come in una vera e propria sorta di progetto denominato “Spike & Tyla”: certamente fuori dall’ ambito musicale li accomunano i vizi, soprattutto quelli per le belle donne e per l’alcol, che però nello specifico è stato sempre più che un demone da combattere, un vero alleato amico per loro, ispirando entrambi i due artisti inglesi sia in sede live, che nella composizione di brani epici ed immortali con le loro rispettive bands di appartenza!
Oggettivamente, che
Tyla oggi si presenti sul palco come Tyla J Pallas, o come
The Dogs D’Amour cambia poco, essendo il solo leader carismatico che controlla entrambe le situazioni, tanto che nel banchetto del suo merchandising ufficiale si trovavano stasera nella stessa misura, e senza distinzione entrambi i suoi marchi di fabbrica. La differenza però sta nella musica proposta: senza nulla togliere al suo ottimo percorso musicale da solista, la notorietà, la fama, e l’apice del successo lo ha ottenuto come
The Dogs D’Amour, con i quali ha inciso cinque album seminali, e tra i quali spicca l’esordio “In The Dynamite Jet Saloon” dell’88, disco seminale per ogni amante dello sleazy glam fortemente contaminato dal rock blues. Da poco è uscito un cofanetto “Dynamite China Years”, che racchiude il periodo d’oro dei “cani innamorati” inglesi, e dal quale prende il titolo questo tour europeo e sul quale è incentrata la scaletta.
Come da buona abitudine consolidata da anni, assieme ai miei due compagni di ventura arriviamo in grande anticipo nel locale cremonese dove si svolgerà l’evento, e solo durante il tragitto realizziamo che in realtà è stato spostato nello storico
Midian e non si svolgerà al Music Factory come precedentemente programmato; uno dei soci a cui ho chiesto informazioni mi ha risposto che c’era stato un errore di comunicazione e si sono trovati una sovrapposizione di date… poco male, perché ho trovato la location davvero carina, ampia, spaziosa ed adeguata per un evento di questa caratura, con un palco bello ampio e rialzato, luci ottime e suoni perfetti, con volumi perfettamente equilibrati e mai fastidiosi. Valida, veloce ed organizzata anche la cucina, con scelta di hamburger tradizionale e vegetariano, con vasta scelta di birra e cocktail a prezzi corretti. L’unica nota dolente forse riguarda le presenze in sala, davvero scarsine, dove era lecito arrendersi qualcosa di più come affluenza. Vero che il genere è molto di nicchia, che molti giovani che ascoltano metal e affini non li conoscono nemmeno, che il genere non va di moda, che ha fatto quattro date, che il caldo improvviso di questo fine maggio non invita a chiudersi dentro nei locali, e che più ne ha più ne metta, ma
Tyla è un artista che per la mia generazione di cinquantenne deve essere visto come un istituzione della musica e un appuntamento esclusivo ed irrinunciabile, considerando anche la scarsità di frequenza con la quale si è esibito in passato in Italia, e quasi mai da headliner (se la memoria non mi inganna). Buon per noi e per i presenti, comunque, che ci siamo goduti uno spettacolo straordinario e di rara intensità emotiva. Tra l’altro si è dimostrato come pensavo, molto umile e alla mano, disponibilissimo per autografi e foto prima e dopo lo show, lontanissimo da divismi e capricci tipiche delle “rockstar del nostro tempo”, che al confronto non valgono neppure un cippo delle sue sigarette.
Alle 21:30 con un
Midian a quest’ora ancora piuttosto vuoto la serata inizia a prendere forma e a entrare nel vivo; il primo gruppo che si esibirà sono i
Furious Jane, un quartetto napoletano emergente nato a fine 2021, che avevo avuto modo già di vedere lo scorso marzo a supporto dei Warrior Soul. Avevo già intuito allora che avevano delle buonissime potenzialità, ma in quell’ occasione oltre che al pochissimo tempo a disposizione furono penalizzati da suoni che definire pessimi è quasi un complimento. Stasera in una chiave più consona, e con tutti i tasselli al posto giusto, mi sono piaciuti parecchio. Certamente il trascinatore dei
Furious Jane è il cantante abbigliato nel consueto pellicciotto tigrato (complimenti per la resistenza con sto caldo!) e con tacchi vertiginosi, da fare impallidire una ballerina di lap dance! Il genere proposto è un ROCK con varie contaminazioni, dove ci puoi trovare del glam metal, dell’hard rock, dell’alternative, ma tutto sempre fatto con personalità e gusto. Reduci dai grandi palchi internazionali in cui costantemente si esibiscono con i più quotati artisti della scena, ci propongono una scaletta incentrata sui loro due album usciti fino ad oggi più qualche singolo extra, e uno di recente uscita. Teneteli d’occhio i
Furious Jane, ne sentiremo parlare presto in futuro!
Breve cambio palco, ed è già ora di esibizione anche per la seconda band in programma, ovvero i fiorentini
Jolly Rox. Ho avuto già occasione di vedere anche loro in azione qualche anno fa dalle mie parti, in occasione del tour italiano a supporto degli Enuff ‘Z Nuff; questo trio capitanato dall’istrionico
Joey Zalla, con il suo cappello e look molto glam e particolare, mi fece molta simpatia anche per la proposta molto diretta del loro genere… anche se non possiamo parlare di glam “puro”, ci possiamo sbilanciare dicendo che la loro proposta assolutamente personale ed originale, “ruba” ed è influenzata certamente dai molti artisti internazionali con i quali i
Jolly Rox hanno condiviso il palco: Enuff Z Nuff, Wednesday13, Britny Fox, Pretty Boy Floyd, Bulletboys,ecc.. Stasera ci propongono una set list che pesca dal loro primo album “Welcome To My Twisted”, e “Dreamer’s Paradise”, oltre che dall’ EP “Jack The Magic Bean”, oltre che da molti brani più recenti usciti come singoli per ora, che probabilmente andranno a formare successivamente il disco postumo. Oltre al citato
Joey Zalla, la prestazione dei “pirati” (il nome Jolly Rox è una rivisitazione ironica del simbolo piratesco Jolly Rogers), si completa con l’ottimo bassista
Captain Keep e dal batterista
Joe La Grotta! Divertenti e simpatici… un ottimo aperitivo direi in vista del piatto forte in arrivo a breve sul palco!
THE DOGS D’AMOUR The Dogs D’Amour o
Tyla? Non cambia molto oggi… come già dicevo in prefazione, oggi il poeta maledetto inglese ha in mano pieno controllo sia della sua band d’origine (della quale è rimasto l’unico membro originale, nonché fondatore e detentore del marchio), che della sua carriera solista. Cambia invece la musica proposta, la scaletta, e (parere personale) il livello compositivo: il genere proposto è lo stesso… hard rock, blues e rock’n’roll, contaminato dallo sleazy /glam e soprattutto dall’uso e abuso di droghe e alcol, senza dimenticare una smodata e sregolata vita da rockstar selvaggia, sempre vissuta ai limiti… storie di degrado e di sesso, dove protagoniste delle sue canzoni sono spesso “gentil donne” dei bordelli malfamati londinesi e artisti alcolizzati in preda a deliri e crisi esistenziali.
Il Charles Bukowski del rock (come viene definito
Tyla dai media), ha sempre composto musica di altissimo livello compositivo, dunque, ma certamente l’apice della sua carriera è stato raggiunto coi
The Dogs D’Amour e con i primi quattro album capolavoro degli anni 80, dai quali pescherà a piene mani e infarcirà la scaletta in programma stasera, con qualche puntatina anche a dischi più recenti e meno conosciuti.
Tyla, prima di essere giudicato come artista, (che soggettivamente può piacere o meno), necessita di farlo come uomo; era la prima volta che lo vedevo in azione ed ero molto emozionato ed agitato in partenza già per questo motivo; normalmente, mi porto come da abitudine dei vinili e CD da autografare da casa, e non sempre ci riesco. Ebbene, ancor prima di esibirsi, nel giardino esterno del Midian, seppur già visibilmente bevuto e fumato, si è pazientemente concesso per foto e autografi illimitati della sua vastissima discografia, con grande pazienza e con il sorriso in bocca con tutti i partecipanti al consueto rituale tanto caro ai fans e collezionisti più incalliti; la moda di oggi lo chiama “meet & greet”, che tanti suoi colleghi si fanno pagare pure profumatamente per farlo! Già solo per questo per me stasera
Tyla ha vinto in toto, e i
The Dogs D’Amour resteranno per sempre tra i miei artisti preferiti!
Con il classico cappello bianco da pappone che nasconde sotto il foulard in testa e l’immancabile “eleganza clochard”, con tanto di camicia sbottonata quasi totalmente e gilet, inizia a martellarci i timpani con due superclassici, “
Billy Two Rivers” e “
Last Bandit”, che scalda gli animi e mandando in brodo di giuggiole il pubblico presente. Notiamo subito che suona scalzo e con delle fasciature ai piedi
Tyla, senza capire se si tratta di un estrosità artistica, o un problema fisico che lo costringe stare senza calzature… e che la band che lo accompagna per questa avventura europea è totalmente nuova; si tratta di validissimi musicisti ispanici, dove tra tutti emerge il talentuoso chitarrista, che spesso accompagnerà
Tyla in duetti ed intermezzi per tutta la durata dello show.
Non c’è acqua sul palco, ma solo fiaschi di buon vino rosso, che
Tyla ingurgita a grandi quantità direttamente dalla bottiglia, per la gioia di noi rockers attempati, che rispondiamo con un “cheers” in coro alzando al cielo il bicchiere della nostra birra, bevuta in abbondanza a nostra volta viste le temperature estive ed il caldo afoso che imperversa in sala.
“
Heroine”, “
Victim Of Success”, ”
How Come It Never Reins”, “
Satellite Kid”, sono stati certamente gli apici dello show, classici che hanno fatto cantare anche i muri del
Midian, creando una bellissima simbiosi tra i fans e i
The Dogs D’Amour, che ci ringraziano continuamente per il supporto dato; più che a un concerto sembrava di essere a una festa privata di
Tyla su invito, sia per il clima di grande festa che si respirava, sia perché eravamo praticamente quasi tutti provenienti da fuori città, con nutrita presenza dal Veneto.
Tyla, dopo quasi due ore senza soste e senza mai risparmiarsi, tra stanchezza e fase alcolica avanzata, inizia a dare segni di cedimento, ma noi non siamo ancora appagati e stanchi, e nonostante l’ora fattasi tutt’altro che agevole per tutti, trova la forza di ritornare sul palco acclamato a gran voce per il bis finale.
E qua si apre il siparietto finale con il sottoscritto: non trovando più le scalette sul palco non ricorda i pezzi finali da eseguire, e allora dato che ero ovviamente in prima fila e appostato di fronte a lui, mi chiede di fargliela vedere tra i soliti sorrisi e ringraziamenti del poeta inglese, ai quali si associano applausi e risate generali di tutti.
Si riparte forte con “
Drunk Like Me”, seguite da “
I Don’t Want You To Go” e da “
Errol Flynn”, che mette definitivamente il punto esclamativo ad una serata unica, imperdibile e forse irripetibile!
Tyla resta uno dei più grandi artisti del Rock attualmente in circolazione, e i
The Dogs D’Amour una delle migliori bands di tutti i tempi! Quello che più sorprende è come possa reggere ancora la sua voce alla prova del tempo, cristallina, pulita, calda ed emozionante, nonostante una vita dissoluta, senza limiti e senza regole... Probabilmente come tutti i bluesman dannati che si rispettino, anche
Tyla avrà fatto un “Patto col Diavolo”.