Orphaned Land: guerra e pace (Kobi Farhi, vocals)

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Kobi Farhi mi ha chiamato Emmanuel, quindi d'ora in poi il mio nome sarà Emmanuel e non Gabriele, sappiatelo. Ecco a voi il resoconto della chiacchierata con un altro dei giganti della scena metal internazionale che non è riuscito a nascondere l'enorme soddisfazione per la nuova creatura "Unsung Prophets & Dead Messiahs" dei suoi Orphaned Land...

C'è nessuno?
"Hello Emmanuel!" (cit.)
Ehm, mi chiamo Gabriele, spero che vada bene lo stesso...
Ah ok, sono Kobi degli Orphaned Land!
Ciao Kobi, è davvero un onore essere qui con te!
Grazie davvero, è un piacere anche per me, come stai?
Bene grazie, dove ti trovi in questo momento?
In questo momento sono a casa. Abbiamo fatto un grande concerto sold out due giorni fa a Tel Aviv dove abbiamo ricevuto il disco d'oro per l'album del 2004 "Mabool" e ora sono concentrato sulle interviste per la promozione del nuovo full-length in uscita.
Ottimo, allora possiamo cominciare! Ho parecchie cose da chiederti...
Sure (cit.)! Vai pure.
26 anni di Orphaned Land: come ci si sente?
Mi sembra incredibile, sentiamo di migliorare sempre di più con il passare del tempo, ed è una sensazione estremamente positiva dopo tanti anni. Se pensassi che stiamo peggiorando sarebbe qualcosa di terribile ("shitty feeling", cit.), ma tutte le volte troviamo nuove cose da dire e da proporre attraverso i nostri album. Ci sentiamo ancora giovani, mi sto divertendo e siamo tutti orgogliosi del nuovo lavoro.
Prima di parlare di "Unsung Prophets & Dead Messiahs" ti faccio una domanda che ho sempre pensato di porti. A distanza di anni, cosa pensi dell'etichetta "oriental metal"? La trovi ancora attuale e adeguata?
Di sicuro l'oriental metal è un genere come lo sono il death metal svedese o il black metal norvegese. Paradossalmente l'oriental metal può abbracciare nazioni che vanno dalla Turchia al Giappone, fino alla Cina. Rappresenta l'Oriente nel suo complesso, ed è un sound che abbiamo inventato noi 26 anni fa. Avevamo pensato di chiamarlo "middle-eastern metal" ma poi sapevamo che qualcun altro si sarebbe cimentato in qualcosa di simile e "oriental metal" poteva diventare un genere più grande e meno specifico. Penso infine che sia ancora il modo giusto di descrivere il nostro stile.
Chiarissimo. Passiamo ora al nuovo album. Mi scuso in anticipo ma l'ho ricevuto ieri e sono riuscito ad ascoltato una volta soltanto (l'intervista è di metà dicembre, ndr). La prima impressione è che abbiate trovato l'equilibrio perfetto tra l'immediatezza di "All Is One" e l'intensità di "Mabool" e "The Never Ending Way Of OrWarrior", che ne dici?
Sono assolutamente d'accordo con te. Lo sto dicendo in tutte le interviste e mi colpisce che tu lo abbia colto dopo un solo ascolto (momento di orgoglio personale, ndr)! È esattamente quello che penso, tant'è che quando mi chiedono di descrivere l'album rispondo che si tratta di un incontro ("meeting", cit.) tra le sonorità di "Mabool", "The Never Ending Way Of OrWarrior" e "All Is One". La produzione, i cori e orchestrazioni di "All Is One" si fondono con il concept album, il progressive e la complessità. So di non essere oggettivo ma penso che questo sia il miglior lavoro degli Orphaned Land, ora aspettiamo il feedback dei fan.
Mi ha sorpreso un ritorno così massiccio del growl: era programmato o semplicemente "è accaduto"?
Abbiamo pensato di inserire il growl come in "Mabool" e "The Never Ending Way Of OrWarrior" perché quando componi concept album spesso hai bisogno di trasmettere rabbia ("anger", cit.) e il modo migliore per comunicarla è il growl. Siamo parecchio arrabbiati, e il tema della protesta è molto presente in questo disco, quindi il growl era necessario. Quando cominciai a dire in giro che avrei eliminato il growl dalle composizioni un fan mi disse: "amo i sandwich con maionese e senape, ma se togli la senape non sono più così gustosi". Ovviamente la metafora si riferiva al growl!
Un altro aspetto che vorrei approfondire è quello dell'alternanza tra brani molto brevi e altri molto lunghi...
Ha sempre a che fare con il concept, in quanto ogni canzone si riferisce a un aspetto specifico della storia. È uno caratteri distintivi del progressive, ti permette di dare il tempo necessario a ciascun brano per esprimere al meglio quello che hai in mente.
Come sei entrato in contatto con i vari ospiti di "Unsung Prophets & Dead Messiahs"?
Per quanto riguarda Steve Hackett, il primo a contattarmi è stato lui per cantare "West To East" nel suo ultimo album "The Night Siren". Essere chiamato da lui per me è stato uno shock, sono un suo grande fan, ho i vinili dei Genesis a casa per cui è stato un onore poter lavorare con lui. Prima di registrare la voce mi chiese se preferivo essere pagato per la prestazione o avere un suo solo nel nostro nuovo album. Ovviamente gli ho chiesto di suonare: un assolo è eterno, cosa facevo con i soldi? Compravo una pizza (cavolo, paga così poco Hackett? ndr)? Gli ho illustrato il concept, e credo che abbia registrato un assolo meraviglioso.
Sono d'accordo, lo senti e capisci immediatamente che è lui...
Ha un suono unico, lo ascolti e dici: "è Steve Hackett". Gli sono veramente grato per il lavoro fatto. Passando invece a Hansi Kürsch, gli Orphaned Land sono stati in tour con i Blind Guardian e siamo diventati molto amici con Hansi e Marcus (Siepen, ndr). Hansi interpreta Orpheus, un personaggio che nella mitologia greca canta talmente bene da piacere anche alle pietre. Nel concept Orpheus esce dalla caverna e canta per celebrare tutto ciò che c'è di meraviglioso intorno a lui e che vede per la prima volta, dal cielo ai prati verdi.
Arjen Lucassen una volta disse che Hansi ha la voce di un dio che canta dalla cima di una montagna.
Esatto, per me Hansi è Orpheus. È un cantante unico, sono un suo grande fan, e ho apprezzato molto ciò che ha fatto per l'album. La canzone era su misura per lui, non era mia intenzione "far cantare l'amico" sul nuovo disco: la sua era la voce giusta al momento giusto. Tomas (Lindberg, ndr) degli At The Gates canta una delle ultime canzoni del disco, "Only The Dead Have Seen The End Of War". L'eroe sta tornando nella caverna per far uscire tutte le persone, ma questi non ne vogliono sapere perché sono troppo abituati al buio, per cui mi serviva qualcuno con una voce folle ("crazy", cit.), squilibrata ("lunatic", cit.). Sono sempre stato un fan degli At The Gates e Tomas era perfetto per questo ruolo grazie al suo growl così particolare.
Una curiosità: cos'è quel "beep" che ogni tanto si sente durante il disco?
È una cosa voluta, non è qualcosa di imposto dall'etichetta o relativo alla censura. L'album parla di propaganda, lavaggio del cervello ("brainwash", cit.) e i risultati di questo da parte dei media. Quel suono - che solitamente si utilizza per la censura - rimanda a un'autocensura che ci siamo praticamente imposti. Vedrai che anche nel booklet i testi - in quei punti specifici - sono censurati. Di fatto i "beep" fanno parte della musica.
Sempre parlando di collaborazioni, tu hai lavorato con molti artisti, da Steven Wilson al già citato Steve Hackett. Cosa puoi dirci in particolare dei progetti con Erez Yohanan (Kna'an) e con il nostro connazionale Enzo Donnarumma?
Erez è un mio caro amico, suona anche negli Amaseffer - un'altra band oriental metal nel cui album ("Exodus - Slaves For Life", ndr) ho registrato le backing vocals - e abbiamo sempre voluto fare qualcosa insieme. Quando un teatro in Germania ci ha contattato per scrivere le musiche per una stage production, ci è sembrata un'ottima opportunità per lavorare fianco a fianco. Si tratta a tutti gli effetti di un side-project, ed è stato bello vedere attori sul palco suonare e cantare i nostri brani. Si è trattato di un bel sogno da realizzare, ci siamo divertiti molto e ne siamo molto orgogliosi. Enzo è un altro carissimo amico, oltre a essere un musicista estremamente talentuoso. È davvero un onore prendere parte ai suoi album e cantarci. Inoltre è un nostro grande fan e si sentono gli elementi oriental nella sua musica, oltre a tutta la passione che ci mette.
Hai dedicato praticamente tutta la tua vita a unire persone e culture differenti. Posso chiederti se, secondo te, Arabi ed Ebrei troveranno mai un modo per coesistere?
Devo credere che ce la faranno. Ai nostri concerti già coesistono: abbiamo migliaia di fan islamici e noi siamo israeliani. Non sto parlando di squadre di calcio, ma di situazioni che ho vissuto in prima persona. Bisogna avere speranza: pensare agli Ebrei in Germania, a quello che hanno passato durante nazismo, e a come oggi vivano serenamente in quella nazione, mi fa credere che qualsiasi conflitto è risolvibile. Per arrivarci però servono cambiamenti importanti, a livello di propaganda, lavaggio del cervello ed educazione, e penso che servirà molto tempo perché il medio-oriente è zeppo di propaganda e di lavaggio del cervello. Dalla religione, ai giornali, ai politici, tutti stanno facendo il lavaggio del cervello a tutti. Ma voglio pensare che si troverà un punto d'incontro, forse non nel corso della mia vita o forse sì, ma farò tutto ciò che è in mio potere per supportare questo cambiamento.
Vuoi commentare le recenti esternazioni di Trump su Gerusalemme?
Ho sempre odiato i politici, non mi piacciono, penso che non facciano mai niente per rendere il mondo un posto migliore. È davvero così importante ciò che dice Trump? Alla fine sono solo parole. Penso che i politici riescano solo a fare danni, a dividere, e a rendere i conflitti più aspri. Noi uniamo i popoli molto più di quanto non facciano i politici, creiamo pace più dei nostri leader, nonostante loro siano quelli con le abilità per farlo, almeno teoricamente. Davvero non mi interessa quello che ha detto o non ha detto Trump, i politici sono la nostra tragedia, il nostro disastro: il mondo ha bisogno di leader migliori per il futuro.
Bene Kobi, grazie di cuore per il tuo tempo e per le tue parole. Sentiti libero di salutare i nostri lettori come meglio credi!
Non vediamo l'ora di iniziare il tour e di venire a suonare in Italia per incontrarvi. Speriamo che il disco vi piaccia e spero che tu (si riferisce a me, ndr) trovi il tempo di riascoltarlo qualche altra volta quanto prima (ride, ndr)!
Intervista a cura di Gabriele Marangoni

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