DAVE ELLEFSON, il basso pulsante del thrash americano

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Dave Ellefson a quasi 60 anni non si dà per vinto. Anzi, l'ex bassista dei Megadeth – una delle principali thrash metal band di sempre con cui ha suonato tra il 1983 ed il 2002 e poi dal 2010 al 2021 – è tornato in pista con il “Bass warrior tour”, che si concentra nelle venue europee di media grandezza (o anche meno), insieme all'amico e musicista veronese Andrea Martongelli, oltre 20 anni di scorribande con gli Arthemis ed una tecnica fuori dal comune.

Queste le prossime date in Italia:

28.02 Breaklive - Ascoli Piceno
29.02 Kill Joy - Roma
01.03 Druso - Bergamo
02.03 Il Giardino – Lugagnano di Sona (VR)
03.03 Fabrik – Cagliari


Personalmente seguirò la sua calata a Il Giardino di Lugagnano di Sona, un posto mitico, sostanzialmente approntato in un garage, in cui ho visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie artisti mostruosi: da Ritchie Kotzen agli Stick Men di Paul Mastelotto (!) e Tony Levin (!!), giusto per citarne un paio.

Nell'attesa, spasmodica, ecco l'intervista che gli ho fatto.
Suoni con una band tutta italiana: che rapporto ti lega a loro e soprattutto ad Andrea Martongelli, con il quale vi conoscete ormai da un po'?
Ho incontrato Andy Martongelli nel 2016 grazie a Kiko Loureiro in occasione del concerto di Bologna durante il Dystopia tour. Siamo rimasti grandi amici da allora e l'ho assunto per suonare la chitarra per me e Frank Bello quando abbiamo aperto per Slash nel 2019. Abbiamo collaborato anche a molti dei miei brani da solista, così come all'Ellefson-Soto lp. Andy è un musicista di alta qualità e un ottimo direttore musicale, mette insieme tutto in questo tour, dall'assunzione del nostro agente alla band fantastica per i nostri spettacoli.
Come hai deciso di preparare la scaletta per questo tour e perché?
L'idea è quella di fare una retrospettiva dei miei 40 anni di carriera. E ovviamente questo significa suonare materiale dei Megadeth, per la maggior parte rarità ma anche un paio di hit, e poi la maggior parte del mio materiale da solista, su cui Andy e io abbiamo lavorato nel corso degli anni.
Ho anche trovato importante citare alcuni dei miei eroi del basso, così come inserire di tanto in tanto nel set un paio di piccoli classici e fare cover.
Hai passato molto tempo nei Megadeth. Amo profondamente "Rust in Peace" e "Countdown to Extinction" e trovo che Cryptic Writings" sia sempre stato un po' sottovalutato. Sei d'accordo e...quale album di quella band ti sta più a cuore e perché?
Beh, è interessante che tu lo dica perché quelli sono tre album a cui ci riferiremo specificatamente in questo tour, oltre ad un paio di colonne sonore che abbiamo fatto durante i primi anni '90.

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Sono incuriosito dal tuo progetto Dieth, thrash/death dalla Polonia. Hai sempre ascoltato death metal e quali band ti piacciono?
Quando scrivo materiale, o collaboro con altri, non penso tanto in termini di genere, ma piuttosto considero la musica in sè. Per me Dieth ha una certa sinergia con alcuni lavori che ho fatto con Max Cavalera e i Soulfly negli anni 2000, quando ho partecipato agli album "Prophecy" e "Dark Ages". Tornando ai Dieth: Guilherme è uno scrittore fantastico e ovviamente Michal è un batterista ottimo. Abbiamo contribuito a creare un nuovo suono con i Dieth, portando le nostre esperienze. Sicuramente ci sono punti di contatto con death e thrash metal, ma penso che abbiamo creato qualcosa di fresco e nuovo.
Tra le tante conoscenze in ambito musicale quante puoi definire amiche?
Penso che la maggior parte delle persone con cui lavoro oggi le considererei amiche, oltre che colleghi professionisti. Non sono mai stato un uomo d'affari spietato, ma ho sempre cercato di trovare un giusto equilibrio nella maggior parte dei miei sforzi. Penso che quando le acque si calmano è il momento in cui capisci davvero chi sono i tuoi amici. Posso onestamente dire che le persone che fanno parte della mia vita oggi hanno dimostrato di essere veri amici e persone su cui posso contare...spero di esserlo anche io per loro!
Quali sono le difficoltà nel music business oggi e come vivi i relativi cambiamenti ora che hai quasi 60 anni?
Ebbene, l'era digitale che ha iniziato a presentarsi a metà degli anni '90 ha sicuramente dimostrato di aver cambiato il modo in cui viene creata la musica e anche quello in cui viene consumata e ascoltata dai fan e dagli utenti finali. E ovviamente il Covid ha significato un grande cambiamento e ha avuto un impatto sulla musica dal vivo e nel business dei tour, anche in questi ultimi anni.
Ora tutto costa molto di più e allo stesso tempo le persone hanno altre opzioni per l'intrattenimento, come stare a casa e consumare musica su internet oppure guardare film alla televisione o tramite servizi di streaming digitale. E gli sport hanno di certo tolto una grande parte dell'interesse alle persone che altrimenti potrebbero spendere soldi per un biglietto di un concerto. Ora possono andare a vedere un evento sportivo o qualcosa di differente dalla musica dal vivo. Sento che il desiderio di fare della musica una professione è stato sicuramente ostacolato da altri interessi: ora è spesso solo un sottofondo per altre attività, come lo sport.
Cosa pensi dei social network e dell'impatto che hanno sul mondo della musica e in generale?
Sono stato presente all'inizio dell'era digitale, quando la Capitol Records ci ha chiesto di realizzare il sito web www.megadetharizona.com. Ho sempre avuto una mentalità lungimirante con una certa facilità di adattamento, anche quando si tratta del progresso in musica, tecnologia e di colmare il divario tra queste. Tuttavia c'è ancora una parte di me che ama creare musica, ma anche uscire e suonarla dal vivo.
Sono fortunato di avere una fanbase molto fedele che mi segue nei miei impegni da oltre quattro decenni. E finché vogliono sentire nuova musica creata da me, o uscire e ascoltare i classici per cui sono conosciuto, per me sarà un onore salire su un palco e continuare a creare musica per loro.
Quali sono le tue città europee preferite e cosa hai scoperto durante i tuoi tour in Europa nel corso degli anni?
Nel mio primo tour europeo con i Megadeth, nel 1987, le cose erano molto diverse e molto più complicate a causa dei confini, dell'immigrazione e, ovviamente, del cambio valuta che esisteva in tutta l'unione pre-europea. Da quando è arrivata l’UE viaggiare in Europa è molto più facile e molto più piacevole. Simile a quanto avviene negli Stati Uniti. Insomma, puoi viaggiare in molti paesi e godere delle culture e delle persone senza avere tanti ostacoli come in precedenza.
Ripensandoci, sembra che io abbia passato molto più tempo da questa parte del mondo in tour con i Megadeth e ora con le mie altre band. La musica rock è ancora viva e vibrante da queste parti, mentre si è decisamente spostata verso altri generi, come la musica country e il pop, negli Stati Uniti.
Grazie per il tuo tempo, spero di stringervt la mano quando suonerete a Il Giardino di Lugagnano.
Prego, ti aspetto, ciao!
Intervista a cura di Bomma

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