Avevo diciassette anni quando, nel 1979, una ragazza inglese conosciuta al mare mi decantò le meraviglie di due giovani gruppi emergenti del suo paese: gli Iron Maiden ed i
Saxon.
Sono passati trent’anni da quel giorno e ci troviamo ancora tutti in circolazione (spero anche l’inglesina..). Sarebbe però impossibile essere rimasti uguali ad allora, visto il tempo trascorso.
Infatti i Saxon dei primi ’80 hanno lasciato un segno nella storia della musica heavy, chiudendo poi il primo ciclo della loro esistenza.
Oggi sono una band di grandi professionisti, che pubblica regolarmente albums dignitosi ed incasella un tour dopo l’altro. Un sacco di concerti, dove comunque i fans si presentano per riascoltare gli “evergreen” di tre decadi fa.
Più difficile che chiedano a gran voce tutti i brani del nuovo “Into the labyrinth”, ennesima prova da aggiungere alla seconda giovinezza della formazione britannica.
Sarà che il disco è stato registrato in Germania, ma affiora davvero in diversi episodi un sottofondo da metal teutonico. Basti citare la maestosa cavalcata con tanto di cori gotici “Battalions of steel”, palese tentativo di replicare i fasti dell’inarrivabile “Crusader”. Oppure la poderosa “Crime of passion” o ancora l’atmosfera epica di “Valley of the kings”, peraltro un po’fiacca.
Oltre a questo feeling fieramente bellicoso, troviamo il classico repertorio attuale di Biff e soci. Un buon singolo come “Live to rock”, manifesto anthemico degno di entrare nella scaletta live del gruppo, insieme alle speed-songs “Demon sweeney todd” e “Hellcat” senza infamia e senza lode. Un cenno bluesy old-syle in “Slow lane blues”, l’immancabile e mediocre lento meditativo “Voice”, ed infine anche il pezzo acustico con la versione “bottleneck” di “Coming home”, prelevata dal lontano “Killing ground”.
Roba di maniera, ma decorosa. Nell’insieme l’album si conferma sul livello di “Lionheart” e seguiti, andando ad aggiungersi senza scosse alla imponente discografia dei Saxon.
Per loro, nuova energia e motivazione per organizzare un tour. Per noi, nuovo pretesto per vederli suonare dal vivo “Motorcycle man”, “Denim and leather” e compagnia bella.