Copertina 8

Info

Anno di uscita:2009
Durata:49 min.
Etichetta:La Fattoria Maldestra

Tracklist

  1. LA MIA VITA IN OZIO
  2. ATAVICA FAME
  3. SORRIDI AL MURO
  4. PIEDE SCALZO
  5. OGNI GIORNO
  6. FILASTROCCA SCIOCCA
  7. NIENTE IO COMPRENDO
  8. LA MIA FESTA
  9. A VOLTE I SOGNI
  10. FEBBRILE RIMPIANTO
  11. LA MIA CASA ESANGUE
  12. SORRIDI AL MURO “ESTESA”

Line up

  • Antonio “Tonjo” Bartalozzi: vocals, guitar
  • Lorenzo “Frencc” Franchi: guitar, backing vocals
  • Davide “Dado” Mei: bass, backing vocals
  • Stefano “Borrkia” Toncelli: drums, backing vocals

Voto medio utenti

Il Maniscalco Maldestro è geniale. E parliamo di una genialità obliqua e irriverente, sempre pronta allo sberleffo e all’ironia. Folle, se vogliamo, ma anche talmente lucida da saper mescolare davvero molte influenze e tuttavia mantenere costantemente la capacità di scrivere ottime canzoni.
Le sue innate attitudini negli accostamenti, anche assai spericolati, frutto di ingente cultura e grande preparazione, non danno mai l’impressione di snobismo e la sua musica ha il sommo pregio di trovare uno straordinario punto di bilanciamento tra sperimentazione e fruibilità, antinomie e aperture armoniche, senza che il tutto appaia minimamente forzato o calcolato.
Questa è semplicemente la sua natura, plasmata tra frequentazioni folk, metal, balere, hard rock acido, jazz, funky, punk, cinematografi, tastierine sghembe, teatro, prog rock e osterie, frullati ad arte come se fosse la cosa più semplice del mondo e non un obiettivo che molti inseguono e pochi riescono a raggiungere.
Il combo di “spaghetto-psaico-roccherolle”, con questo secondo album dal titolo “Panna, polvere e vertigine” (a cui partecipano in veste di ospiti anche Marco “Don” Bachi della Banda Bardò, Maurizio Geri, Marzio del Testa ed Edo Rossi della “defunta” Radio Rock FM) conferma tutto il buono già espresso nell’esordio omonimo del 2005 e, anzi, acquisisce un’ulteriore maturità e sicurezza, convalidando ancora una volta i nomi dei suoi “buoni maestri” e superando, però, ogni qualsiasi paragone esplicito, con una bramosia di libertà espressiva e d’inventiva che lo rende notevolmente originale e lo protegge da eventuali percezioni di plagio.
Insomma, Mr. Bungle, Queen Of The Stone Age, Primus e SOAD, possono essere oggi considerati ancora più di ieri come dei semplici sodali (maggiormente noti, per il momento almeno, e questo è un augurio!) nell’approccio artistico e non di certo come dei prototipi che si è scelto di riprodurre pedissequamente.
E poi c’è quella tipicità tutta italiana (anche se loro si dichiarano “più insani che italiani”) che li marchia e li distingue, la tradizione musicale del “vile stivale” e la perizia nell’utilizzare in modo temerario, mordace, enigmatico e surreale magari, eppure al contempo così affascinante e sintomatico, la nostra splendida lingua (con impulsi che vanno da Capossela a Paolo Conte, passando per i canti del folklore), che diventano elementi d’eccellenza all’interno di uno sconfinato forziere di suggestioni tanto imprevedibili quanto irrimediabilmente contagiose.
Cercare di descrivere i singoli brani è un’impresa ardua e persino deleteria; ci si dibatterebbe nell’inutile tentativo di spiegare delle sensazioni in continuo mutamento, proprio come le atmosfere che li caratterizzano e quindi lo eviterò, consigliando al lettore di sottoporsi alla loro volubilità con mente sgombra da eventuali “piccoli” condizionamenti, proprio per godere appieno di tale avvincente anarchia sensoriale. “Panna, polvere e vertigine” è un disco che lascia piacevolmente sorpresi e appagati, e mentre scrivo queste parole ho quasi l’impressione che Il Maldestro Maniscalco, raffigurato sotto forma di scultura (opera dell’artista Alessandro Marzetti) sulla copertina del Cd, sorrida ancora più beffardo di prima … gliel’ha fatta un’altra volta a portare quel gradito scompiglio nel mio apparato cardio-uditivo e mi sembra davvero soddisfatto.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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