30 milioni di copie vendute possono sembrare una benedizione divina, ma chiunque conosca in minima parte la storia degli indiscussi re del southern rock, Allman Brothers permettendo, sa bene quanto la sfortuna si sia accanita senza tregua sulla carriera dei Lynyrd Skynyrd. A distanza di 30 anni dagli esordi, anche se il nucleo originale si formò nel '66, la lista dei membri transitati nella formazione ed ora residenti stabili di un mondo migliore assomiglia più ad un bollettino di guerra che ad un elenco di musicisti. Dal quel tremendo incidente aereo 20 Ottobre 1977, costato la vita tra gli altri al singer Ronnie Van Zant ed al chitarrista Steve Gaines, fino alla recente scomparsa del carismatico bassista Leon Wilkeson ed ai problemi cardiaci del leader Gary Rossington, unico membro rimasto della line up originaria, i Lynyrd sono sempre riusciti a risorgere dalle proprie ceneri mietendo un successo dopo l'altro e puntando dritti al cuore dell'America più rurale e verace. "Vicious Circle" giunge a quattro anni dall'onesto "Edge Of Forever", intervallati dalle solite raccolte antologiche e da un indegna compilation di canzoni natalizie eseguite dalla band. Ancora una volta viene confermata la scelta, compiuta sin dai tempi della reunion che diede vita a "1991", di miscelare il southern rock delle origini al più quotato rock FM tanto in foga nelle radio delle sconfinate praterie americane. Così, accanto a canzoni come "That's How I Like It", "Rockin' Little Town" e "Sweet Little Mama", palesemente debitrici al blasonato passato della formazione, si affiancano i soliti lenti, sempre gradevoli ma eccessivamente scontati, che prima si chiamavano "Tomorrow's Goodbye" e "Home Is Where The Heart Is" ed oggi portano titoli come "Red, White & Blue", "Life's Lessons" e "Lucky Man". Interessanti anche gli spunti vagamente modernisti di brani come "All Funked Up", mai avreste immaginato di sentire la voce di Johnny Van Zant filtrata ed accompagnata da un uso così spezzato delle chitarre ritmiche, che trovano però il loro climax nel vergognoso rifacimento del classico "Gimme Back My Bullets", "impreziosito" dall'intervento vocale di Kid Rock, una buffonata su cui non vale la pena di spendere neanche qualche centinaio di caratteri. Fortunatamente "Vicious Circle" non è solo rappresentato da imbarazzanti strizzatine d'occhio al mercato, ma anche da tanto onesto rock'n roll; sia ben chiaro che questo disco è ben al di sotto dell'ottimo "Twenty" e ad anni luce di distanza dagli indiscussi capolavori degli anni '70, ma sicuramente non sfigura se confrontato con il precedente (e comunque superiore) "Edge Of Forever". D'altronde ai Lynyrd Skynyrd non si chiede più di dimostrare nulla, la loro leggendaria discografia parla da sola, ma solo di farci sognare ancora una volta lunghe e polverose highway punteggiate di motel, lontane dal perbenismo di realtà cosmopolita come New York o Los Angeles, che attraversano il profondo sud degli U.S.A.
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