"Passiondale" è il classico fulmine a ciel sereno. Conoscevo giusto di nome gli olandesi
God Dethroned e per curiosità, e ad essere sinceri anche un po' con malfidenza, ho pescato dalla lista dei promo il loro nuovo disco. Ora, chi mi ha visto dal vivo potrà commentare ironicamente che "ho fiuto", viste anche le dimensioni della mia frappa, ma questa volta il mio intuito mi ha fatto scegliere un disco decisamente valido!
Il death metal, si sa,
"non arride ai belli" (CIT.), ma ciò non significa che debba essere necessariamente sparato a velocità assurde o essere totalmente scevro da ogni tipo di senso melodico. La dimostrazione di quanto dico vi si paleserà davanti agli occhi (o meglio, alle orecchie) ascoltando "Passiondale": brani come la title-track,
"Behind Enemy Lines",
"No Man's Land",
"Under A Darkening Sky",
"No Survivors" o
"Drowning In Mud" non mancano certo di furia death metal, ma non si lasciano mai andare a nessun tipo di puro autocompiacimento della brutalità senza fini. I riff si susseguono in maniera molto naturale nella loro semplicità, con sprazzi melodici azzeccati ed in alcuni casi addirittura spiazzanti (è il caso di
"No Survivors", con un break pulito che mai ti aspetteresti in un album death metal), trovando forza in alcuni ritornelli contagiosi ed esaltanti come
"Behind Enemy Lines",
"No Man's Land" e
"No Survivors".
Un disco molto bello, in grado di dare molte soddisfazioni anche dopo reiterati ascolti, anche per merito di un songwriting efficace e vario quanto basta, in cui melodia ed aggressività sono dosati nel modo giusto. Bella lì!