Porte aperte al Rock dei Doubledrive...ecco il manifesto riassuntivo per questa band americana, che giunge su Roadrunner dopo alcuni anni di gavetta. Lasciando da parte vari fronzoli e preamboli, vi dico subito che 'Blue In The Face' è un dischetto diretto, dal facile ascolto e dall'immediata assimilazione, proprio come la miglior tradizione Rock vuole. Songs come l'opener '11:59', dal refrain ultra easy e dal mood New Grunge alla Nickelback, oppure la più Pop 'Imprint' (ok, quanti milioni di copie vogliamo vendere?) e la ballatona in stile Bon Jovi di 'Million People' sono chiari esempi di come questo lavoro sia ultra calibrato ed ultra patinato per spopolare nel mercato US (e di conseguenza in quello Europeo), anche se ogni song mantiene intrinsecamente e saldamente il fattore interesse, non scadendo nel pericoloso sputtanamento da alta classifica (in questo caso la rocciosità Southern Rock di 'Freightrain', la più oscura e pestata 'Track Number 7' o la splendida song elettro acustica conclusiva 'Big Shone' confermano quanto espresso poche righe fa). 'Blue In The Face' è per forza un dischetto che produrrà molti zeri, già pronto per il platino, ma che, dannazione, è pericolosamente piacevole nell'ascolto ed estremamente insidioso...senza accorgervene è già li che gira sul vostro lettore da ore...per tutti gli manti del Rock moderno, lavorato ma semplice ed efficace. Meglio di Nickelback o Puddle Of Mud.
Ps. diverse songs sono state prodotte da Michael Barbiero...chi è? Cercate nella vostra parete di cd o vinile sotto la G, come Guns'N Roses e leggete i credits di 'Appetite For Destruction' alla voce mixed by...
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