Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2009
Durata:34 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. ALTAR OF CORRUPTION
  2. BITE OF DOGMATA
  3. DAY OF WRATH
  4. HEAT OF BATTLE
  5. IMMORTAL CODE
  6. PATTERN ON THE STONE
  7. FLAME BEARERS
  8. SHADOW OF THE CROSS

Line up

  • Matt: vocals, guitar
  • Ian aka Shrapnel: lead guitar
  • Alex: bass
  • Peter Hunt: drums

Voto medio utenti

Era il 2003 quando, in maniera del tutto casuale, venni a conoscenza dell’esistenza dei Razor Of Occam, opening act di un concerto dei Dismember a cui stavo per assistere. Ricordo una prova tutto sommato convincente, ma da allora ne persi un po’ le tracce. Quando mi è arrivato tra le mani questo “Homage to martyrs” ho scoperto, non senza stupore, che si tratta del loro esordio, visto che dalla loro nascita, nel 1998, ad oggi, hanno pubblicato solo un paio di demo. Memore del concerto di cui sopra mi sono subito incuriosito ed ho messo il cd nel lettore. La prima cosa che ho notato è che i nostri non hanno cambiato assolutamente la propria proposta, e cioè un ferale black/thrash molto ‘in your face’. Niente compromessi quindi, otto brani per poco più di mezz’ora, che nulla o quasi lasciano alla melodia. Ritmiche e riff serratissimi, spezzati solo da qualche assolo, per un assalto sonoro senza sosta, sulla falsa riga dei ben più famosi (e anche più validi, certamente…) Nifelheim. Già immagino la domanda che molti di voi si staranno ponendo: “Era proprio necessario un altro disco di questo genere?”. Beh, non sta a me darvi la risposta, nel senso che io l’ho trovato particolarmente stimolante, molti di voi potrebbero trovarlo piatto e monotono. Fatto sta che se volete passare una mezz’oretta moooolto violenta, questo “Homage to martyrs” fa al caso vostro. Niente innovazione, niente aperture melodiche, niente coretti gay, qui c’è solo tantissima violenza. I richiami agli Slayer, ai Destroyer 666 (ricordiamo che due membri dei Razor Of Occam suonano anche nei Destroyer), e ad un certo tipo di black svedese (Marduk in primis) ci sono tutti, inutile negarlo, però nonostante tutto le canzoni coinvolgono abbastanza, facendo scapocciare dall’inizio alla fine del cd. E questo grazie a riff tutto sommato vari al punto giusto, e al fatto che la componente thrash è particolarmente marcata, nonostante i frequenti blast beat e la voce assolutamente black di Matt. Tornando alla domanda di prima, se siete tra quelli che non riescono ad ascoltare metal se non è infarcito di influenze di altro tipo o se siete tra quelli che storcono il muso rispetto a gruppi ancorati al passato, beh, passate oltre e andate a leggervi qualche altra recensione, perché i Razor Of Occam non fanno decisamente per voi. Disco destinato esclusivamente agli amanti di sonorità estreme e old style.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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