Era calato il gelo dopo
Gerarchia Ordine Disciplina, più che un album, un vero e proprio pilastro di granito che ti piombava addosso con tutta la sua delizia cinica, il suo gusto per la confusione controllata, per quel futurismo da ritorno che animava l'Elettronica d'autore - se così la vogliamo chiamare - che contraddistingue il profeta Zekkini, e ovviamente la sua creatura
PCC - Post Contemporary Corporation. Quasi un'apparente presa per i fondelli, fino a quando si mostra in tutta la sua perfida lucidità. Stavolta è il turno di
Manzotin Mantra, e non sarà una passeggiata, al di là dei gusti musicali e delle strade intraprese in senso artistico/concettuali, ossia una monotona e ossessiva ripetizione dello stesso concetto. Tutto però sotto la supervisione di svariati artisti che si aggirano nei più loschi e infami meandri underground, fra cui un certo Malato, progetto in cui si nasconde l'affilata mente di Claudedi, al tempo che fu nei seminali Ain Soph. E' forse meglio non indagare sui motivi che hanno spinto Zekkini in questa nuova colata di amianto e disperazione, però è indubbio come grazie a Spiritual Front, Malato e TourdeForce il disco prende una piega molto affascinante, dove la non-musica e il non-concetto si vanno invece a rivestire di quel razionalismo e quella ricerca tanto cara a certi ambienti culturali. In questo caso l'Elettronica è soltanto un veicolo, che assomiglia ad un carro funebre oserei dire, però al tempo stesso sprigiona un certo vitalismo che non annoia, e quando in un disco tutto ruota al Manzotin Mantra il rischio potrebbe essere alto. Ogni citazione o riferimento è puramente casuale. Da Gerarchia Ordine Disciplina ne è passato di tempo, ma questo non scalfisce minimamente i risultati raggiunti con questo nuovo affronto, che sicuramente si pone su... un certo livello.
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