Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:45 min.
Etichetta:Nocturnal Music
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. NEUROPATHY
  2. LAST TEARS OF THE BLIND
  3. PSYCHO MAD
  4. NAMELESS CRIME
  5. RAILWAYS TO THE END
  6. THE SIGN OF YOUR PAIN
  7. MY RAPTURE
  8. DEVIL MAY CRY

Line up

  • Fabio Manda: vocals
  • Marco Ruggiero: guitars
  • Alessandro Tuccillo: guitars
  • Raffaele Lanzuise: bass
  • Dario Graziano: drums

Voto medio utenti

I napoletani Nameless Crime giungono all’ambito traguardo dell’esordio discografico dopo un paio di demo molto ben accolti dalla critica nazionale, e grazie all’interessamento della Nocturnal Music, label attiva nella promozione di formazioni nostrane.
La fiducia verso il quintetto partenopeo è stata certamente ben ripagata.
Lo stile del gruppo è principalmente orientato verso il thrash ottantiano, con agganci al metal classico. I punti di riferimento sono quelli consueti del settore, niente di nuovo sotto il sole ma i Nameless Crime fanno proprio della concretezza e della tradizione la loro carta vincente.
Nessuna strana forma di contaminazione, nessuna complicatezza vanagloriosa, il metal di questo album è solidamente appoggiato su binari consolidati da tempo e la band vi aggiunge un discreto tocco personale ed una valida prestazione strumentale, elementi sufficenti e convincenti specie per coloro che sono alla ricerca di sensazioni “old-style” in campo thrash.
Già nell’iniziale “Neuropathy” si coglie perfettamente la direzione del lavoro, song compatta, massiccia e cupa il giusto, ben suonata, forte e dura senza scadere nella brutalità gratuita, anzi con evidenti riferimenti al power Usa d’annata.
Senza necessità di soluzioni astruse il gruppo offre molta varietà e caratterizzazione dei brani, un tocco di velocità lancia “Last tears of the blind” e soprattutto la title-track, vero assalto thrash con perfetto amalgama tra riffs al vetriolo e ritmica tellurica, un pezzo crudo e diretto che non faticherei a vedere nel repertorio degli Overkill o similari.
Coloro che invece amano la corrente ottantiana che comprendeva formazioni come Metal Church o Mortal Sin, capaci di unire respiro melodico alle linee fortemente aggressive, si troveranno a loro agio con ibridi thrash/classic metal come “Psycho mad” o “Railways to the end”, quest’ultima parecchio intricata ma anche un po’ prolissa per i miei gusti, in coda alla quale si può cogliere qualche passaggio di scuola Metallica.
Da sottolineare l’elevato grado di preparazione tecnica del gruppo e l’eccellente prestazione del cantante Fabio Manda, il quale non si avventura in stravaganze inutili e riesce a dare smalto sia ai momenti più nervosi che alle spolverate melodiche.
Ancora da segnalare positivamente la rocciosa “The sign of your pain” dal ritmo travolgente, discreta “My rapture” con una bella fase iniziale che ruota intorno al basso di Lanzuise ma che si perde un po’ in uno svolgimento a strappi non del tutto fluido, ottima la conclusiva “Devil may cry” la quale accosta ad alcuni scatti veloci interessanti fasi marziali e rallentamenti ossianici, un episodio spesso e completo che evidenzia il buon grado di maturità compositiva del gruppo.
Quello dei Nameless Crime è uno dei casi che dimostrano che talvolta la formula vincente è di restare ancorati alla tradizione, senza correre dietro ad innovazioni forzate. Pur ricordando a tratti l’opera di altri gruppi, l’album risulta fresco e gustoso, pulsante e vario, quindi possiamo vantare una formazione nostrana che può essere consigliata a tutti gli amanti del thrash elegante, molto più di tanti nomi famosi che paiono oggi in evidente declino.

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