Siamo di fronte alla più bella pubblicazione in campo
Progressive Metal dell'anno 2009; si parla di ''
Homeland'', ultima release dei tedeschi
Red Circuit.Attivi fin dal 2006, anno d'uscita del primo full length intitolato ''
Trance State'', questi ragazzi tornano in scena con un prog metal degno di nota; in quest' album, infatti, tutto è precisione, dinamismo, vigore ed essenza.
''
Homeland'' si lascia ascoltare e più di ogni cosa apprezzare. Ciascun brano è animato da originalità allo stato puro: nulla si ripete, il tutto risulta come brillante e fantasioso in modo indiscusso, cosa oggigiorno atipica, soprattutto nel settore in questione!
Una tracklist esemplare, degna di paragoni con band storiche e affermate a livello inalienabile quali
Dream Theater e
Symphony x; si tratta di assoluto dominio strumentale che ha come opera la manifestazione di una tecnica eccellente, un sound aureo, attivo, travolgente e ''cattivo'' al punto giusto...
Le chitarre contribuiscono prepotentemente a renderlo tale e a creare un'equilibrata diffusione di suoni compatti, autentici, ma non solo in quanto tutto viene raffinato dalle bellissime tastiere che si impongono in modo del tutto discreto nei brani.
Una voce meravigliosa, adatta al genere, integra in ogni sua sfumatura e forma; paragonabile in ogni aspetto all'eccelsa tecnica vocale di
Russell Allen.
Le linee vocali risultano sempre espressive, le parti strumentali sempre più tecniche...
In apertura si presenta la traccia omonima al disco,
''Homeland'': che dall'intro, melodica ed espressiva, passando per i duri riff di chitarra, fino alla conclusione si rivela semplicemente geniale...
Vale lo stesso per ciascun brano del disco ora in esame.
Composizioni come ''
Sun Of Utopia'', ''
Absinth'', ''
Healing waters'' e ''
See The Light'', non hanno bisogno di descrizioni articolate in quanto si lasciano scoprire in tutte le loro accezioni e ad esse possono essere rivolti solo commenti positivi!
Si può dire lo stesso per quanto riguarda l'intero album, il quale presenta in chiusura l'unica e maestosa ballad che termina con una splendida performance chitarristica confinata in un solo stupendo e perfetto, di stampo petrucciano per quanto riguarda l'aspetto tecnico e dal sound che ricorda tanto la chitarra di
Daniel Gildenlow (cantante/chitarrista dei
Pain Of Salvation) nel disco ''
Remedy Lane''.
Nel complesso tutto il lavoro risulta come qualcosa di estremamente elegante!
Sarebbe insensato continuare ad elencare le tracce una ad una; in ''Homeland'' non c'è spazio per l'imperfezione: tutto è cura, genio, estro del musicista...
La produzione è ottima così come l'artwork, quest'ultimo misterioso e inquietante, che stimola la fantasia riguardo la propria interpretazione.
Questi ragazzi oltre alla musica ben composta, offrono anche una vera e propria lezione di carattere e lo fanno dimostrando che per suonare dell'ottimo progressive metal, nel 2009, non c'è affatto bisogno di assoli lunghi e ricorrenti, oppure di noiosi, scontati e interminabili brani strumentali...
''
Homeland'' è un mix di tecnica, grinta e passione.
Ottimo lavoro! Degno dell'ascolto dei più esigenti del settore.