Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2023
Durata:38 min.
Etichetta: Doomentia Records

Tracklist

  1. INITIATION
  2. VIOLENCE AND WAR
  3. REFLECTIONS
  4. DOWN THE RABBIT HOLE
  5. THOSE WHO OPPOSE
  6. RING-PASS-NOT
  7. THROUGH A GLASS DARKLY
  8. TIWANAKU

Line up

  • Tomáš Skořepa: vocals, guitars
  • Ondřej Šíma: guitars
  • Aleš Kostka: bass
  • Tomáš Kejkrt: drums

Voto medio utenti

Com’è che diceva il vecchio detto? “Il thrash è bello perché è vario”. Come dite? Era il mondo? E vabbè dai, siamo lì… In fondo se ci pensate bene funziona anche per il thrash… c’è quello più violento, quello più cazzone, quello più tecnico, quello più deathoso e quello più blackoso. E poi c’è quello scapoccione, come mi piace chiamarlo, quello per certi versi leggermente più innocuo, quello che ti fa, appunto, scapocciare per tutta la durata dell’album, ma che non è particolarmente tecnico, non è particolarmente violento, etc, etc…

È il caso degli Exorcizphobia, che oltre ad avere un nome che è un vero e proprio scioglilingua, rientrano perfettamente nell’ultima categoria da me descritta. La loro proposta, infatti, è abbastanza semplice e lineare. I brani non sono mai esagerati, né dal punto di vista della tecnica, né da quello della violenza, ma al tempo stesso sono molto gradevoli da ascoltare, ti pigliano bene e ti accompagnano piacevolmente per una mezz’oretta abbondante.

Sicuramente i cechi non entreranno mai nel gotha dei grandi, ma un posto nelle retrovie gli spetta di diritto, in quanto l’album in questione pur non contenendo nessun anthem, non contiene neanche brani brutti, scorre via bene (c’è perfino un ottimo strumentale in chiusura di disco), e dà dimostrazione della capacità del quartetto di creare melodie che ti restano abbastanza in testa, sorrette da un riffing serrato e da una sezione ritmica compatta e precisa.

Altra nota di merito, sicuramente, è la voce di Tomáš Skořepa, che si occupa anche della chitarra ritmica, che finalmente si discosta da tanti suoi colleghi che si ostinano ad usare lo screaming, e CANTA. Già, un cantante vero, alleluja, che mi ha ricordato molto Phil Rind come timbro vocale, e che riesce ad aggiungere quel quid in più alle composizioni, sorretto alla grande dai suoi compagni con le classiche gang vocals tipiche del genere.

Insomma, non stiamo di certo parlando di capolavoro per quanto riguarda "Spiritual exodus", ma certamente di un album più che buono che va a rinverdire il sottobosco thrash metal, inserendo gli Exorcizphobia nella folta schiera di giovani virgulti thrash degli ultimi anni, che, guarda caso, continuano a provenire prevalentemente da paesi non propriamente famosi per la loro storia metal. Bene così…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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