Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2010
Durata:46 min.
Etichetta:Cyclone Empire

Tracklist

  1. COFFING BIRTH (SANG GEBURT)
  2. MORBUL CHILD
  3. THAT THING WHICH LURKS IN SHADOWS
  4. NECROMANTIC WAYS
  5. THE TERRIBLE OLD MAN
  6. SINS OF THE FATHER
  7. SPIRITS OF THE DEAD
  8. NIGHTMARES MADE FLESH
  9. SEPULCHER MACABRE
  10. FALL OF THE HOUSE OF THE GROTESQUE

Line up

  • Kam Lee: vocals
  • Herr R. Johansson: guitar
  • Johan Berglund: bass
  • Brynjar Helgetun: drums

Voto medio utenti

Per coloro i quali quando parlano di death metal lo fanno con cognizione di causa, Kam Lee non ha certo bisogno di presentazioni: membro storico dei Mantas (poi divenuti Death), fondatore dei Massacre, dei Denial Fiend, dei Bone Gnawer ed ora di questi The Grotesquery, non si può certo dire che non abbia lasciato la sua personalissima impronta nella storia di questo genere. Dopo l'ottima prova su disco dei Bone Gnawer e dopo la porcata a nome "They Rise" sotto il monicker Denial Fiend, la curiosità di sentire qualcosa di nuovo da parte del sempre attivo Kam era alta: con questo "Tales Of The Coffin Born" la band ci propone 45 minuti di death metal rigorosamente in salsa old school, infarcito di tematiche saccheggiate direttamente dalle opere letterarie di autori quali H.P. Lovecraft ed E.A. Poe e da un'immaginario orrorifico e grottesco che si sposa a meraviglia con il sound morboso dei The Grotesquery, fatto di brani votati sia all'assalto sonoro che a momenti in cui i ritmi si fanno più lenti e sulfurei, quasi ad evocare chissà quali creature dimenticate da Dio e dal diavolo. Lugubri intro parlate fanno da preludio a tutti i pezzi che non si distanziano poi molto dallo stile dei Bone Gnawer, con il growl di Kam Lee sempre sugli scudi e perfettamente a proprio agio nel contesto musicale in cui è calata. Tra gli highlight del disco vanno certamente segnalate "Coffin Birth", "This Morbid Child" (mai titolo fu più consono alle atmosfere di un pezzo) e "The Thing That Lurks In Shadows", ma certo non ci si può lamentare del livello generale del disco che conferma le buone cose emerse su "Feast Of Flesh" dei Bone Gnawer. A questo punto rimane l'amletico dubbio su cosa Kam avrebbe potenzialmente tirato fuori per un nuovo disco targato Massacre, ma purtroppo credo che questo interrogativo rimarrà insoluto in eterno, a meno di un clamoroso dietrofront dei membri originari.
Insomma, anche con questo lavoro il buon Kam Lee si riconferma ancora una volta uno dei grandi nomi del panorama death metal, e anche a questo giro ci regala un disco fedele al 100% agli stilemi del death vecchia scuola ma non per questo anacronistico o di scarso livello.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata
Colpo in testa!

Per fortuna Kam Lee non da segni di cedimento e dopo l'ottimo Feast Of Flesh targato Bone Gnawer, senza tanto clamore torna con questo pregevole disco, che è tanta manna per la scena death americana, ultimamente non proprio in splendida forma.

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