Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2021
Durata:47 min.
Etichetta:Black Lodge Records

Tracklist

  1. THE ARCHIVE
  2. OVERGROWTH
  3. END OF MESSAGE
  4. MY NORTHERN HEART
  5. ENSAMHETEN
  6. THE SLOW DROWN
  7. THE GENTLE TOUCH OF HUMANITY

Line up

  • Nine: vocals
  • Oscar Tornborg: bass, vocals
  • Daniel Johansson: drums
  • T.Rydsheim: guitars, keyboards, vocals
  • J.Engström: guitars

Voto medio utenti

Dopo due buonissimi lavori come "Ghostlands: Wounds From A Bleeding Earth" (2017) e "Nattarvet" (2019) ero curioso di ascoltare il terzo disco degli svedesi Wormwood, un gruppo che mi ha da subito fatto una ottima impressione per la solidità tecnica, la chiarezza di idee e l'eccellente capacità di scrivere canzoni.
Ebbene "Arkivet" -edito ancora da Black Lodge Records- ha superato ogni mia aspettativa ed è uno dei dischi che con più rammarico ho lasciato fuori dalla top ten di fine 2021.

I Wormwood infatti hanno insistito nel portare avanti l'accattivante melodic blackened metal degli esordi depurandolo degli elementi folk che - a mio giudizio- impedivano alla loro proposta di decollare nei primi due episodi, arrivando ad un suono che ha una profondità quasi mistica, una ridondanza ipnotica ed ammaliante che si rifiuta di uscire dalla testa anche dopo aver terminato l'ascolto dell'album.
"Arkivet" in svedese sono le disposizioni post morte per i propri cari: l'espressione degli ultimi desideri su come organizzare la cerimonia funebre, dove trovare i documenti importanti, viene usato come metafora del mondo, le ultime parole su un pianeta già morto.
Siamo di fronte ad un concept sulla forza (auto)distruttiva dell'umanità, sulla sua incapacità di adattarsi alla natura di cui invece dovrebbe essere ospite privilegiato e quindi sulla propria inevitabile distruzione e morte.
E' una discesa straziante, vista quasi dall'esterno e con distacco, attraverso gli errori passati, presenti e futuri del genere umano.

Le canzoni sono strutturate in modo eccellente e presentano splendide linee melodiche, passaggi epici ed intriganti, vocals non ringhianti come il black più puro vorrebbe ma strutturate come inni feroci e potenti, il tutto pervaso da una soffusa e costante malinconia di fondo.
In tanta grazia sonora segnalo i possenti ritmi dell'opener "The Archive", il gusto da colonna sonora cinematografica di "The Gentle Touch of Humanity" o l'epicità tutta nordica di quell'inno alla nostra musica che risponde al nome di "My Northern Heart", brano che è già diventato irrinunciabile.
Tobias Rydsheim e compagni hanno composto un disco dalle mille sfaccettature, complesso, profondo, di grande spessore, un album che non può e non deve mancare a chiunque ami il metal, in qualunque declinazione lo si voglia descrivere.
Qui mi taccio e lascio parlare "Arkivet":

Wormwood - "Arkivet" (full album)


Recensione a cura di Alessandro Zaina

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