che bella recensione. ho vissuto il testo immaginandomi il tutto come se l'avessi sperimentato nell'86, mi piacciono sempre le storie dei grandi gruppi, le evoluzioni delle lineup e del sound attraverso tali cambiamenti...sebbene non mi piacciano molto i BS senza Dio o Martin. E peraltro io questo Seventh Star non credo di averlo mai ascoltato.
L'ho sempre snobbato anch'io, mai ascoltato, ma come non concedere una chance, piu' che al maestro Iommi, al "maestro" ENNIO?
Diverso dalla produzione "classica" dei Sabbath, 7th Star è un disco grandioso. Se vi fossilizzate a cercare il tipico suono che ha reso grande la band di Birmingham, con questo travagliato album rimarrete delusi, se invece guardate a quello che realmente c'è, lo amerete. Danger Zone è da paura, Inn For The Kill pazzesca, Turn to Stone veloce e rocciosa, title track epica e magnetica, c'è il lento oscuro blues di Heart Like a Weel, il semplice rock 'n' roll pieno di sentimento di Hungry Heart... tanta roba, 4 pezzi sono da anni nella playlist del pub. Grande Ennio!
tocca andarci a sto pub cosí glorioso ;)
prossimo meeting o reggio emilia o campobasso... i nostri pub vi aspettano a spillatori aperti, vero frank? :D
Alla grande! \m/
Offro io!
L'hai detto eh? Qui abbiamo tutti una memoria di ferro!
L'hai detto eh? Qui abbiamo tutti una memoria di ferro! Vi devo ore di piacevolissime letture, mi sembra il minimo.
insomma intanto recupero sto Seventh Star. Alla fine, dopo quasi 30 anni, magari scoprirò che non è che non mi piacevano i Black Sabbath, ma solo Ozzy :D