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Info

Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:Audioglobe
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. LA RESURREZIONE
  2. MOTO PERPETUO
  3. INDELEBILE
  4. DENTRO UN ATTIMO
  5. SACRIFICI CHIMICI
  6. FUORI TEMPO
  7. INDIVISIBILE
  8. UN GIORNO UTILE
  9. FLUIDO
  10. PUNTO DI CONTATTO
  11. DEMONE
  12. SENZA LACRIME (SOLO MALE AL CUORE)
  13. FALLING DOWN
  14. CHEMICAL SACRIFICE
  15. A VERY GOOD GAME
  16. INSIDE MY HEAD
  17. IMMIGRANT SONG (TEE MIX)
  18. MY RESURRECTION

Line up

  • Giacomo Salani: voce, chitarra, basso
  • Luca Fucci: piano, synth, programming

Voto medio utenti

Un album che trova a malapena il proprio spazio su Metal.it questo dei fiorentini Interferenze, giunti all'esordio tramite Audioglobe che ci presenta il debutto "v1.1 - v1.2", un doppio cd di rock industriale cantato in lingua madre nella prima parte del lavoro e dedito alla lingua inglese nel secondo cd, con in aggiunta una cover di "Immigrant Song" dei Led Zeppelin.
Sebbene si possa pensare che sia la lingua italiana un grosso intralcio alla totale accettazione degli Interferenze, bisogna piuttosto dirigere il proprio scetticismo nella musica del duo toscano in quanto praticamente derivata da un pop tutto italiano, al quale viene affiancato un sound distorto di chitarra e qualche synth. Punto.

Si tengano a dovuta distanza i paragoni con Nine Inch Nails, Laibach ed a maggior ragione qualcosa di più strettamente metallico come Fear Factory, Ministry; qui siamo nel campo di Bluvertigo o Subsonica e "v1.1 - v.1.2" è pieno di chiari esempi del genere, come la ruffiana "Fuori Tempo" o "Sacrifici Chimici", mentre qua e là emergono brani più ostici e sperimentali per l'ascoltatore medio italico.
Difatti sono molto più apprezzabili i momenti intimistici e depressivi che rimandano alle atmosfere nordeuropee già esplorate dai maggiori esponenti del genere dark/goth, mentre non è da bocciare la scelta del cantato in italiano che sebbene possa spiazzare inizialmente si sposa piuttosto bene con le composizioni delle Interferenze, ovviamente prendendo atto della limitazione estrema che questo comporta nel campo del mercato estero: molto bene episodi come la conclusiva "Senza Lacrime" o l'ostile "Demone", mentre brani come "La Resurrezione" e "Moto Perpetuo" appartengono purtroppo ad un retaggio popolare di bassa lega che rimanda ai suddetti Subsonica e compagnia brutta che decisamente non possiamo non disprezzare.

Un lavoro acerbo e difficilmente collocabile, fin troppo dispersivo e prolisso ma non privo di alcune buone carte da giocare; in futuro sarebbe bene per la band decidere una direzione univoca per il linguaggio usato, per la scelta musicale (pop italiano o rock industriale adulto?) e minutaggio minore ma qualità superiore.
In attesa di risentirli (e di giorni migliori, citando proprio le Interferenze) e sperando che con il prossimo lavoro si denoti una maturità ed una identità non ancora pienamente sviluppate.
Recensione a cura di Wes Lukjer

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