Strano disco questo “The house of Liv” degli
MG66. Strano perchè tendenzialmente non è un brutto disco, anzi, ci sono almeno due o tre brani veramente belli. Al tempo stesso, però, è troppo eterogeneo, il che significa che la band non ha saputo miscelare bene le proprie influenze, facendole uscire separatamente a seconda del brano composto. Mi spiego… non sempre per fare un ottimo minestrone basta solo infilare nella pentola tutte le verdure che abbiamo nel frigo, bisogna anche farlo proporzionalmente, altrimenti qualche sapore prevarrà sugli altri. Se si esce pazzi per il thrash groove alla Extrema, o per il finto thrash dei Metallica di “Load” e “Reload”, ma anche per il sound sporco e grezzo dei Black Label Society e per le sonorità moderne dei Rammstein, bisogna saper miscelare alla perfezione il tutto, altrimenti esce fuori un collage poco armonioso. La band dice di suonare thrash‘n’roll, e tendenzialmente la definizione funziona, il problema è che alla fine dell’ascolto il disco non accontenta né i thrasher più incalliti, né i rockettari più puzzolenti, a maggior ragione se tratti in inganno dalla copertina, che fa immaginare una band tipicamente street rock, quando invece così non è. E ascoltare le violente “To the core” e “Fire” affianco alla lenta “Living my life” o alle moderne “Double minded” e “I will, I can” può provocare qualche scompiglio. Io penso che la band abbia imboccato una strada vincente, nel senso che l’idea di scrivere brani lasciandovi fluire dentro tutte le proprie influenze può essere buona, di base, ma deve essere un po’ perfezionata, per riuscire a raggiungere quell’amalgama vincente a cui i nostri poossono e devono puntare, perché le potenzialità ci sono tutte. Calcolando che si tratta di un esordio possiamo perdonargli quindi qualche pecca, anche perché per il resto si tratta di un lavoro molto professionale, ben suonato, e soprattutto ben prodotto, visto l’ottimo sound live che la band ha scelto. Niente trigger, dimensione da palco, e ottima anche la scelta dei suoni delle chitarre e di alcuni filtri della voce. Insomma, “The house of Liv” nonostante qualche ombra è un disco genuino e sincero, e sono sicuro che gli MG66 hanno le carte in regola per stupirci con il suo successore, che, si spera, arrivi presto e confermi quanto di buono espresso in questo debut. Dategli una chance, tutto sommato se la meritano…
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?