Copertina 6

Info

Anno di uscita:2010
Durata:45 min.
Etichetta:My Kingdom Music
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. PRAYER FOR A MEMORY 02:26
  2. THE WAVE 06:06
  3. THE LAST FORSAKEN 04:47
  4. SVART HEMLANGTAN 04:07
  5. GOODBYE 05:30
  6. THE QUIET INSIDE THE STORM 03:35
  7. OLD THRONE 04:54
  8. DOPO LA NOTTE 04:08
  9. BACK TO INNOCENCE 04:39
  10. ERA IORNU 01:37
  11. DANCING IN THE DARK (ORCHESTRA VERSION) 03:26

Line up

  • Evangelou Gerassimos: vocals & all instruments

Voto medio utenti

Nuovo album per Lord Agheros, al secolo Evangelou Gerassimos, il quale giunge al terzo full-length con il presente “Of Beauty And Sadness”.
Un disco che voglia parlare di bellezza e tristezza è un disco ambizioso e pare subito opportuno ammettere che non tutte le ambizioni sono state soddisfatte.
A motivo di quanto occorre fare riferimento alla notevole mole di influenze con la quali Lord Agheros infarcisce il proprio sound.
Di base ci sono le tastiere, non sempre usate in modo proficuo, che tentano di ricreare i mood più disparati, dal gothic, al doom, passando per il black e l’ambient. Non sempre l’amalgama è ottimale, e non sempre si riesce nell’intento di creare il mood giusto.
Le parti maggiormente gothic sono efficaci, si respira veramente un senso di angoscia e tristezza, come in “Goodbye”, ma, per esempio, le parti black non sono cattive abbastanza mentre le parti maggiormente ambient spesso si basano su tastiere non particolarmente efficaci.
Ho come l’impressione che Lord Agheros nel tentativo di dare compimento al precedente “As A Sin” si sia spinto troppo in là, perdendo un po’ di vista l’obiettivo.
A ciò si aggiunge che le vocals sono ridotte al minimo, e di questo minimo fanno parte anche alcune voci femminili la cui presenza suon artificiosa.
Tuttavia, alcune parti oscure, come per esempio “Old Throne”, sono azzeccate, sebbene anche in questo pezzo sono presenti difetti succitati.
Il problema della musica di Lord Agheros riposa sostanzialmente nella monotonia del canone espressivo scelto, toppo incentrato sulle tastiere a loro volta utilizzate in maniera abbastanza ripetitiva.
Il risultato finale è un disco appena sufficiente che rimette in discussione quanto ascoltato sul precedente.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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