Per recensire questo nuovo, secondo album degli
UnSun, basterebbe copiare/incollare qui la recensione che scrissi in occasione del debutto "
The End of Life", uscito un paio di anni fa.
Riassumo per chi se la fosse persa:
"
...un disco che più facile e plastico è impossibile comporre: melodie prefabbricate, linee vocali dall'immediata assunzione, chitarre falso-aggressive e la voce di Aya, niente di che ma nemmeno male, insomma una normalissima cantante con una normalissima voce....
...un album che sconsiglio vivamente a tutti gli amanti della musica metal ma che consiglio per la new wave of audience heavy metal, quella che di questa musica non capisce davvero nulla e che non ha alcuna mira a ciò, che crede che i Trivium o gli Avenged Sevenfold siano "fighi" e che sbava dietro ogni gruppo che presenti due melodie facili in croce ed una minigonna cortissima dietro il microfono...."
Dubito che il successo sperato da Mauser ed Aya sia arrivato se questo "
Clinic for Dolls" arriva dalla piccola
Mystic Productions in luogo della ben più rinomata
Century Media, in ogni caso sappiate che questo cd è la fotocopia del primo e qualitativamente è anche migliore.
Melodie estremamete canticchiabili, chitarrone più che presente, tutto molto semplice e lineare ed anzi stavolta è apprezzabile il fatto di aver messo la bella Aya solamente in primo piano, photoshoppato a nastro, anzichè in super minigonna, frusta, calze a rete e chissà cos'altro.
Per il resto tutto secondo programma, inappuntabilmente.
Anche "belle" canzoni come "
Mockers", per carità, stiamo comunque parlando di gente che sa fare il proprio mestiere, ed anche "The Last Tear" è una bella ballad che anche grazie alla voce di Aya colpisce dritta nel segno.
Parliamoci chiaro, non c'è una canzone brutta ed il disco è prodotto benissimo.
Ma la cosa penosa è vedere due signori musicisti come
Mauser e
Filip Halucha dei
Decapitated costretti a suonare musica del genere per campare ma purtroppo, come dico da tempo, il modo di pensare alla Maria de Filippi, tutto apparenza e zero sostanza, è arrivato anche nel metal.
E, ahimè, non credo si torni indietro.
Il metal è morto, lunga vita al metal.
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